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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

ELEZIONI POLITICHE 2013: tutti i politici hanno le idee chiare. Fantastico, siamo a cavallo

Penna Bic nera su quotidiano del 22 febbraio 2013 Adesso sono pronta. Finalmente si vota. Ho dedicato molto tempo, durante questo periodo pre-elettorale, per cercare di capire come mai loro avessero le idee chiare mentre io vivo nel terrore di sbagliare un’altra volta, l’ennesima. E’ in gioco il futuro di mia figlia ma anche il mio. Disorientata da anni ho ritrovato una flebile parvenza di entusiasmo in occasione delle primarie del Pd. Da troppo tempo non mi capitava di vedere un giovane, all’apparenza serio e propositivo con un programma che mettesse umani al di sotto dei cinquant’anni, senza problemi di botulino a condividere le esigenze dei propri simili. Questo ha risvegliato in me la speranza che non tutto fosse perduto. Poi, come inciampata e caduta riversa sul profilo di un baratro dall’eco assordante, sono sobbalzata alle parole: “Mi ricandido per salvare l’Italia.” Ma come? E’ risorto! A questo punto guardando le numerose immagini proposte, non ho potut

LA FIGLIA DEL BOIA di Oliver Pötzsch

La copertina del libro......e un buon bicchier di vino Ricordo esattamente il giorno in cui comprai questo libro. Bergamo città bassa. Passeggio per il centro e come sempre, senza nemmeno rendermene conto, mi trovo alienata davanti alla vetrina di una libreria. L'odore dei libri freschi di stampa mi attrae esattamente come il profumo del pane appena sfornato. Entro e inizio a curiosare tra gli scaffali fino a quando vengo rapita da una copertina nera con due esili gambe coperte da una spessa calza bianca e un paio di scarpe a punta rosse. L’immagine così delicata non corrisponde all’incongruenza del titolo: “La figlia del boia”. Schongau. Incisione di Anton Wilhelm Ertl, 1690. E’ un romanzo storico, magnifico, ambientato in Baviera, a Schongau nel 1659 ma esordisce con queste parole: “Il 12 ottobre era un buon giorno per uccidere.” Le prime undici pagine di prologo terminano confermando: “Poi stramazzò con la faccia nella pozza di sangue.” Non

IL CIPRESSO E LA CIPRESSA

La Toscana è la riconosciuta dimora di questo watusso della botanica. Da tempo risulta essere il simbolo dell’ambita vacanza in questa splendida regione. Non esisterà foto o cartolina, testimonianza di un trascorso toscano che non riprenda almeno un cipresso. La Regione Toscana ha organizzato, a novembre scorso, un convegno tenuto da esponenti dell’accademia dei Fisiocritici di Siena, a tema, “Il Cipresso, risorsa e simbolo del territorio senese”. Simbolo, di questo si tratta. Nella mia città di orgine, Bologna, il cipresso è presente solo ed esclusivamente nei cimiteri. Cresciuta con questa convinzione, quando giunsi in Toscana, oltre dieci anni fa, per un lungo periodo a seguire, vissi nel dubbio che la gente seppellisse i propri deceduti nel giardino di casa. Plausibile.  A tal proposito mi tornò in mente una poesia di Ugo Foscolo. .......... All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne Confortate di pianto è forse il sonno Della morte men duro? Ove più il