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#LANGHE E ROERO di Monica Brini

Di nuovo al seguito della coppia di esperti di vino più stranamente assortita che io conosca, per una visita in Piemonte, nelle Langhe e Roero.
Vi confesso che  fino ad oggi pensavo che Langhe e Roero fossero un’unica località. Ovviamente mi sono guardata bene dall’esprimere questa mia valvola d’ignoranza in loco in quanto percepisco subito qualche stranezza nel manifestare attenzioni reciproche tra i produttori di queste due aree ben distinte, casualmente divise dal passaggio silenzioso del fiume Tanaro.
Veduta delle Langhe dal Colle dell'Annunziata
Giunti ad Alba, la Capitale delle Langhe, si ha subito la percezione della particolarità di questo luogo. Siamo sopraffatti da un susseguirsi di colline interamente ricoperte da vigneti. Pochi boschi o prati coltivati, qualche strada sterrata a delineare i confini dei vari possedimenti ma soprattutto interminabili vigneti dai filari perfetti, quasi maniacali. Un paesaggio morbido ci accoglie, dove svettano all’apice dei colli, paesi noti non solo per la loro fama viticola. La nostra prima meta è la Cantina dei Fratelli Revello sul colle dell’Annunziata sotto La Morra, il paese fulcro della produzione del Barolo. Sono le ore 13, siamo ancora a digiuno. Loro non sembrano risentirne mentre io inizio a barcollare ma d’altronde l’appuntamento va rispettato. Ad attenderci c’è Lorenzo Revello, proprietario insieme al fratello Carlo ed enologo dell’azienda che ci accoglie gentile e sorridente aprendoci le porte segrete della vinificazione del Barolo. Sicuramente ha già pranzato.
Un breve giro in cantina tra vasche e barriques, una ripida scala a chiocciola ed eccoci nella spettacolare sala degustazioni. 
Veduta dalla sala degustazioni della Cantina Revello
Una vetrata che dal piano alto della costruzione ti permette di godere del coinvolgente panorama sui vigneti circostanti. All’orizzonte vedo un colle dove svetta per imponenza un’enorme albero. Dopo vari tentativi scopro essere un Cedro del Libano. Assai curioso.
Cedro del Libano
L’atmosfera nella sala è piacevole ed accogliente. Lorenzo inizia a proporci i vini in degustazione: Barbera d’Alba, Nebbiolo, Barolo Vigna Conca, Barolo Vigna Giachini, Barolo Rocche dell’Annunziata, Dolcetto d’Alba, il tutto in più annate e senza nemmeno un grissino. I veri degustatori, come loro, sono abituati all’assaggio e sputo, io no. 
Alcuni dei vini degustati
Io assaggio e trangugio un sorso ma un sorso per dieci assaggi, possono fare la differenza. Non guido e questo è un bel vantaggio.
Sono sempre a digiuno. Sono le 14,30 e dopo aver ringraziato e salutato Lorenzo, cambiamo zona, pochi chilometri, stesso paesaggio, per raggiungere Barbaresco. Ci fermiamo all’inizio del paese vicino all’ufficio informazioni. C’è un’enoteca. Finalmente mangiamo qualcosa. Penso ingnara. Difatti vengo immediatamente smentita. Ci raggiunge Giancarlo, proprietario della Cantina Ronchi, per un caffè. Come un caffè?
Mauro Bettoni, Giancarlo Rocca e Tiziano Vistalli
Prendiamo l’auto e lo seguiamo lungo una strada stretta e sterrata che scende in fondovalle, fino in cantina. L’azienda si sviluppa a ventaglio circolare attorno alla casa. Ti alzi la mattina, apri la finestra e vedi solo vigneti.
Veduta dalla Cantina Ronchi
Inquietante o favoloso. Per noi è assolutamente fantastico. Qui osservando i filari imparo la parola del giorno: flavescenza dorata. Una parola intrigante se non fosse per il reale significato. Trattasi di una malattia della vite dovuta ad un parassita che si insidia nella linfa e ne assorbe le proprietà adducendo alla pianta una colorazione gialla riconoscibile. Le piante non muoiono ma sono inutilizzabili e inoltre è infettiva pertanto senza intervento immediato può distruggere interi vigneti. Giancarlo ci racconta che in loco stanno tenendo sotto stretto controllo lo svilupparsi di questa malattia ma ancora qua è là nel verde intenso delle vigne sane si possono riconoscere alcune piante dannose prossime all’estirpazione. Entriamo in cantina e considerando la temperatura esterna che sfiora i 33° abbiamo subito un piacevole scompenso climatico. Una visita in cantina poi al fresco della sala degustazioni ricavata da una vecchia stanza a volte in mattoni a vista iniziamo con la nostra scoperta del pianeta Barbaresco. Chardonnay, Dolcetto D’Alba, Barbaresco e Freisa, il tutto rigorosamente senza cibo.
Degustazione in cantina
Loro assaggiano e sputano, io degluttisco piccoli sorsi di ogni bottiglia proposta. Al termine della nostra seconda visita sono quasi le quattro di pomeriggio ed io sono, diciamo instabile. Comunque ho scoperto la Freisa. Si ottiene da un vitigno autoctono e ti avvolge con il suo delicato profumo di lampone e rosa; ha un sapore amabile e solo 11° di alcol. Servito fresco è assai piacevole.
W la Freisa
Lasciamo Giancarlo in direzione Priocca nel Roero. La distanza dalle Langhe è minima mentre l’aspetto territoriale cambia visibilmente. I vigneti sono sempre perfettamente allineati ma sulle colline compaiono macchie di bosco, frutteti, secolari castagni e selvagge rocche rendendo il panorama più naturale. Mentre imbocchiamo la lunga strada bianca che ci accompagna alla Cantina Cascina Val del Prete, vediamo in lontananza inerpicato sul vigneto che sovrasta ad anfiteatro la cantina, il trattore guidato da Mario Roagna, proprietario insieme alla famiglia, dell’azienda agricola, intento nell’importantissima attività del trattamento settimanale.
Mario Roagna, Tiziano Vistalli e Mauro Bettoni
Attendiamo che Mario ci raggiunga e siamo accolti dai figli e dalla moglie che come un’indimenticabile allucinazione ci hanno preparato uno spuntino degno di un banchetto nuziale. Salumi ed affettati locali, pane fresco, sono assolutamente incredula, finalmente si mangia. Ore 17.
Degustazione Vini Cascina Val del Prete
La degustazione dei vini prende immediatamente un aspetto attraente, parecchio più simpatico. Arneis Luet, Nebbiolo d’Alba Vigna del Lino, Roero e Barbera d’Alba Superiore non uno qualsiasi il Carolina che prende il nome dalla mamma di Mario compagna di una vita di Lino Roagna. Mario è un romantico coltivatore di altri tempi. Preserva e vive il suo vigneto con precisione e accurata attenzione, passionale coltivatore legato profondamente alla sua terra, cosciente del passato e del presente, assorto nella gestione al passo con i tempi del futuro del suo vino. Con Mario condivido la predilezione per l’erba medica, tacita compagna dei suoi vigneti, dal profumo pungente ma gentile e dall’aspetto vivace. Passeggiamo tra i filari e cogliamo l’essenza di questa terra sulle luci dai toni arancio del tramonto.
Visita nei vigneti: Tiziano Vistalli, Mario Roagna e Mauro Bettoni sul davanti. La moglie e il figlio in secondo piano.
Ci lasciamo sorpresi dall’audace richiamo di un pavone che controlla, con aria regale, ogni movimento sull’aia per ritrovarci dopo poco per condividere una piacevole serata a cena nel ristorante Il Centro a Priocca.

Una giornata intensa, illuminante nella quale ho scoperto nei produttori di questi due territori, persone genuine, sincere legate ai loro poderi con trasporto onesto. Vivono la loro terra, la lavorano, soffrono con essa, gioiscono dei risultati ottenuti con trasporto e coinvolgimento leale, la rispettano.
Il giorno successivo è dedicato ad un piccolo saliscendi tra le colline per compiacersi della pienezza di questa terra.
Mauro Bettoni e Tiziano Vistalli e sullo sfondo il paese di La Morra
Visitiamo il centro della Morra, passeggiamo tra i vicoli e scendiamo per la scoscesa via che ci accompagna fino alla Cappella della Madonna delle Grazie chiamata Cappella del Barolo restaurata e dipinta da due artisti di fama mondiale, David Tremlett e Sol Lewitt.
Mauro Bettoni e Tiziano Vistalli alla Cappella del Barolo 
Proseguiamo per Barolo e ci accingiamo per un pasto fugace alla Locanda nel Borgo Antico, un’alquanto visibile cascina in mezzo alle vigne dal colore rosso arancio dimora elegante e raffinata della ricercata cucina di Massimo Camia ispirata alla tradizione piemontese con veste e abbinamenti moderni e creativi.
Cantina della Locanda nel Borgo Antico
Soddisfatti e rigenerati rientriamo sempre più consapevoli della magnificienza a volte nascosta che ci riserva il Piemonte.

Commenti

  1. ..mi diverte leggere i tuoi racconti.
    Un saluto
    A

    RispondiElimina
  2. Grazie. L'idea che ciò che scrivo possa far sorridere, mia gratifica moltissimo.
    M.

    RispondiElimina

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