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#SVEZIA: VOLEVO VEDERE L'ALCE

Svezia - Panorama tra Torekov e Båstad 
Siamo alle solite.Partenza intelligente ore 3,30 da Bergamo per Milano Linate. Il volo per Copenhagen parte alle ore 6. Facce stropicciate, capelli allo sbando, abbigliamento simil pigiama, valigie stracolme da veri viaggiatori, partiamo per questa inaspettata vacanza lavoro in Svezia. Sì, sono consapevole che Copenhagen è in Danimarca ma del resto la nostra prima destinazione è nella Svezia del Sud, nella gaudente cittadina di Båstad sul Mare del Nord. Il volo è breve, poco meno di due ore e appena atterrati in Danimarca con le nostre t-shirt estive, prendiamo atto del fatto che, qui fa freddo! Abbiamo subìto un'escursione termica pari a circa 20 gradi che immediatamente ci scompensa il metabolismo. Poi ne godiamo a pieno ritrovando energie disperse dal lontano aprile scorso.
Compriamo i biglietti per il treno che ci porterà oltre il Ponte di Øresund, l'unico collegamento via terra tra le due nazioni. L'avevo già notato dal finestrino dell'aereo ed ero incuriosita dal fatto che sembrava che la strada si tuffasse nel mare e lì finisse. Vedevo le auto percorrere il ponte e poi sparire nell'acqua. A dire il vero non mi sembrava una buona cosa ma continuavo a ripetermi che non era possibile che migliaia di auto sprofondassero nel mare. Di sicuro qualcuno se ne sarebbe accorto. Poi ho capito. Il collegamento è formato da un ponte che parte da Malmo, in Svezia, lungo circa 8 Km che termina su un'isola artificiale nel bel mezzo dello stretto lunga 4 Km, dopodiché prosegue con un tunnel sotterraneo per altri 4 km e riemerge vicino all'aeroporto di Copenhagen. Straordinario, sembra di volare nell'acqua. Sul lato del Mar Baltico scorgo un'elegante sequenza di pale eoliche. Sono tantissime e nel loro ruotare lento all'unisono catturano per lunghi e interminabili minuti la mia attenzione. Nel corso della vacanza mi rendo conto che la Svezia è piena di pale eoliche ovunque, nel mare, nei campi, nei giardini di casa, frequenti al pari dei Mulini a Vento in Olanda. Ciò mi fa pensare che gli svedesi siano un popolo attento allo sfruttamento delle risorse e questo mi piace molto. Il viaggio in treno non è molto lungo ma quanto basta per capire che la lingua è assolutamente incomprensibile difatti è da diversi minuti che l'altoparlante insiste sulle stesse quattro parole succedute da un via vai di passeggeri verso un'unica direzione, la testa del treno. Troppo assonnati per porgerci qualche domanda fino a quando il treno si ferma e noi rimaniamo gli unici passeggeri a bordo di quella carrozza. Vorrà pur dire qualcosa! Sì in effetti quello che tentano di dirci è che il treno prosegue solo fino alla carrozza dodici e noi siamo nella tredici. Il risveglio è fulmineo al fine di evitare di rimanere dispersi nella campagna svedese. Finalmente arriviamo a Bastad. 

Il clima non è cambiato, costantemente fresco e secco quanto basta per una felpa. Ideale. Båstad è la località mondana dei vip locali, la Forte dei Marmi dei Toscani, la Porto Cervo dei calciatori, insomma molto ben frequentata. Non esistono case popolari o utilitarie, solo ville e auto sovradimensionate. Inoltre in questo periodo si svolge lo Swedish Open 2012, un torneo di tennis dell’ATP World Tour, pertanto vi lascio solo immaginare il glamour, le griffe, le Porsche che sfilano lungo le stradine di questo villaggio.
Båstad: Tiziano, Allegra 11 e Allegra 18
Siamo sul Mare del Nord, non un mare qualunque, un mare talmente blu da incutere timore. Le vele all’orizzonte sono accompagnate da una brezza mai fastidiosa. Ci fermiamo a prendere un caffè in uno dei locali di tendenza sul porto. Il nostro abbigliamento estremamente sportivo non sembra essere particolarmente apprezzato ma l’accento italiano del nostro inglese, desta il suo fascino e ci permette l'ingresso senza indugio. Prendere un caffè in Svezia sembra essere una delle attività più gradite. E’ un caffè lungo, assai blando, alla lunga molto piacevole, ed è solo un pretesto per assaggiare i loro fantastici biscottoni speziati. Gironzoliamo per il paese e comincio a notare che in ogni giardino, al fianco di ogni abitazione, c’è un pennone con una bandiera della Svezia che sventola alta e fiera. Patriottici questi svedesi, penso. In Italia non mi è mai capitato di vedere nelle case private, pennoni con bandiere tricolori. Nei giorni successivi mi accorgo che veramente in ogni parte del paese adottano questa forma di elogio ai loro colori.
Comincio ad abituarmi e decido che al mio ritorno farò costruire un'alzabandiera nel mio giardino. Piero Hamrin, socio della Vinoch, società d’importazione che ci ha accolto in questo splendido luogo, per realizzarvi una degustazione con i nostri vini, nel tentativo di renderci indipendenti, ci lascia l’auto ma ancor meglio ci lascia Allegra, sua figlia. Così il resto del tempo lo abbiamo condiviso con due Allegre, una di undici, mia figlia e una di diciott’anni. Una rarità irripetibile. La nostra burlonaggine e la sua hanno creato una miscela esplosiva di risate e simpatia, una fattore determinante per il ricordo straordinario che conserviamo di quelle giornate. Dotati di auto e di doppia Allegra decidiamo di camuffarci tra il popolo locale e visitiamo Torekov, non lontano da Bastad.
Il piccolo porto di Torekov
Torekov è un villaggio di pescatori. La leggenda racconta che prenda il nome da una ragazza, più tardi conosciuta come San Thora, che fu soffocata dalla matrigna, lasciata sulla spiaggia e sepolta da una uomo cieco che poi riaquistò la vista … Il villaggio è grazioso, inoltre sul porto stanno organizzando la partenza per una corsa di famiglie quindi c’è un discreto fermento. Ci facciamo coinvolgere da tanto entusiasmo e ci sediamo su una panchina in riva al mare per osservare le abitudini  locali.
Torekov: panorama dal porto
Sono assolutamente colpita da questo andirivieni di carrellini di legno porta-bambini. Sono fantastici e sostituiscono ampiamente i comuni passeggini. Certo sono un tantino ingrombanti ma qui pari sia la normalità. Qualche vantaggio lo avrà pure! C’è un piccolo molo di legno che protende verso il mare dalla quale, un gruppo di ragazzi si sta tuffando per un alquanto tonificante bagno. A pochi minuti di battello, difronte al porto c’è una piccola isola che protegge un Parco Naturale, l’Isola di Vadero.
Torekov. Il molo e all'orizzonte la sagoma dell'Isola di Vadero.
Ora abbiamo proprio fame e decidiamo di tornare dai nostri amici mondani di Båstad, al ristorante Send dove quel simpatico cameriere ci aveva accolti suo malgrado, per un caffè. Colgo l’occasione per parlare della patata svedese. La patata in Svezia è un elemento fondamentale della loro cucina, al pari dei pomodori per noi italiani. La amano, la coltivano e la utilizzano in ogni maniera possibile. Penso che il clima sia consono alla coltivazione di questo tubero e ne hanno fatto il loro alimento principale. Tra l’altro trattasi di una patata di ottima qualità, sempre. Se non capisci un’acca di quello che riporta il menù, come è successo a noi, prendi le patate. Con quelle non ti sbagli mai, sono sempre gustose e saporite. Da quanto tengono alle loro patate si è costituita l’Accademia della Patata che ogni anno assegna il Gran Premio della Patata e ha istituito anche il Giorno della Patata, il 26 ottobre. E sulla patata non aggiungo altro. Dopo pranzo decidiamo di andare in albergo per lasciare i bagagli a Hovs Hallar. 
Hovs Hallar. Panorama dall'hotel.
Hovs Hallar è una riserva  naturale che si trova tra Båstad e Torekov su un promontorio a strapiombo sul mare. E’ una zona molto importante per i reperti geologici che conserva oltre alle sue pareti rocciose imponenti e imperturbabili. L’albergo è perfettamente inserito in questo contesto, discreto e tipicamente svedese. Grandi vetrate, legno bianco, sedie bianche, un pò di azzurro, rigato per l’esattezza, piumoni sui letti, erba sul tetto. Perfetto esattamente come me lo aspettavo. Scopriamo che questo è un luogo estremamente turistico.
Hovs Hallar. Panorama dall'hotel.
Vengono da tutto il mondo per vedere le pietre e le caverne risalenti a milioni e milioni di anni fa, conservate lungo il promontorio. Prendiamo il depliant dov’è indicato il percorso per addentrarci nella riserva. C’è un anello blu lungo 1 km, mi sembra possa andare. Macchè cammina, cammina pensiamo bene di inoltrarci seguendo l’anello rosso, lungo il triplo. Giusto due passi. 
Hovs Hallar: immagini lungo il percorso.
Lungo il percorso troviamo una spiagia rocciosa di sassi enormi levigati dove sono composte decine di piccoli castelli di ciotoli. Tiziano non è da meno ma pensa bene di costruire il castello dei castelli. Il risultato è documentato. Uno dei fattori che mi ha maggiormente colpito di questa insolita vita di mare è il fatto che non si percepisce assolutamente quel noioso appicicaticcio caratteristico dei luoghi di mare o quell’odore salmastro penetrante. C’è vento ma i capelli non ne subiscono alcun effetto. Per effetto intendo l’incrostazione tipica del dopo spiaggia. Questo è il mio ideale di vita di mare. C’è ma non si sente. Quasi dispersi tra i segnali invisibili sulla via del rientro, inerpicati su rocce dalla quale sarebbe stato meglio non esporsi, ci ricordiamo che siamo attesi a cena a casa di Rolf pertanto accelleriamo il nostro passo affaticato. Rientro, doccia, macchina svedese e di corsa sul promontorio a fianco.
Rolf
Rolf è uno dei più grandi imprenditori svedesi quale proprietario della Brafab, azienda leader nei mobili da giardino. E’ un uomo maturo ma con lo spirito di un giovane rampante. E’ simpatico, sorridente, ospitale e umile il che lo fa apparire familiare. Questa sera siamo ospiti nella sua casa al mare dove ci accoglie insieme a Ulla, la moglie e a un curioso barboncino.
Salmone affumicato: gnam gnam
Ha cucinato per noi un salmone affumicato enorme e soprattutto ha stappato non ricordo nemmeno quante bottiglie di vino a partire da un’ottimo Spumante italiano come aperitivo. Durante la cena ho apprezzato altri aspetti del mondo nordico: l’aneto questa piante aromatica poco utilizzata nella mia cucina, presente in molti piatti in Svezia, nella giusta dose, piacevole e dal sapore inconfondibile tra il finocchio, l’anice e la liquirizia; il secondo aspetto è la luce. Qui il sole tramonta tardissimo rispetto a noi. A fine cena, trascinata da Allegra 18, mi faccio coinvolgere in un’avventura sulla spiaggia per vedere il sole tramontare fino ad assopirsi. 
Ore 22. Tramonto sul Mare del Nord
Ore 22. Non lontano da casa di Rolf, su una spiaggia di ciotoloni è sistemata, sull’ultimo scoglio raggiungibile prima del mare aperto, una panchina la cui funzione è proprio quella di fornire dimora per goderti questo spettacolo. Peccato che il vento è forte e il mare è decisamente mosso pertanto le onde la raggiungono pericolosamente. Ciò nonostante, pur non usufruendo della comoda vedetta, resto senza fiato per la bellezza dei colori, per l’atmosfera ultraterrena che sta avvolgendo tutta la costa. Poi il silenzio distratto solo dal grido di qualche gabbiano. Lasciamo casa di Rolf solo vero le 23.30. Ci sono ancora bagliori di luce all’orizzonte e sono certa che conserverò nella mia mente il ricordo di ogni emozione di questa incantevole serata. L’organizzazione del giorno seguente ruota attorno alla preparazione dell'evento di degustazione presso la vecchia fonderia scelta come location, pertanto rimaniamo in zona aproffitando del fatto che … conosciamo il posto.
Bastad: il molo sulla spiaggia
Se vuoi conoscere ulteriori dettagli sulle degustazioni clicca qui. La serata è stata per certi aspetti illuminante. Nel mio immaginario si è formata l’idea che il popolo svedese sia freddo come il suo clima. Oggi ho la certezza che non solo il clima è straordinario ma loro sono gli europei più calorosi che conosco secondi solo a noi. Solari, accoglienti, goliardici, bongustai, burloni, ti abbracciano con affetto, ti sorridono e cercano di coinvolgerti, insomma amichevoli. Certo c’è da dire che le decine di bottiglie stappate possono senza dubbio avere influito, sta di fatto che la degustazione e la cena sono stati un successo e nessuno voleva più andarsene.
Particolare della cena con degustazione
A mezzanotte in punto però è arrivato un pulmino per accompagnarci tutti in albergo, d’altronde il tasso alcolico è così elevato che non abbiamo scelta. Stiamo per salire quando ci accorgiamo che l’autista è una nonna. Non scherzo, una nonna vera e propria. Avrà avuto almeno settant’anni e ci guarda invitandoci ad accellerare la salita. Non sapevamo se ridere o piangere. Inoltre, la nonna, corre come una pazza su quelle strade dalla quale può sbucare ogni genere di animale. Non ero proprio certa che il rischio fosse minore ma per fortuna siamo giunti in hotel sani e salvi. Giorno Tre: oggi lasciamo la costa del Mare del Nord per raggiungere il Mar Baltico. La meta è Eriksberg. Eriksberg è il più grande parco naturale d’Europa, gestito al pari di uno zoo-safari. E’ completamente recintato e questo ci fa ben sperare di riuscire ad incontrare qualche bizzarro animale. In realtà io ho un unico desiderio; incontrare un alce. Non posso lasciare la Svezia senza averne visto uno dal vivo. Ecco pare proprio che l’alce sia l’unico animale non presente dentro al parco. Dopo aver visto sfumare la mia unica possibilità di vedere l’alce, voglio almeno sapere il perchè. Beh diciamo che l’alce non è propriamente un animale mansueto e la convivenza con le altre specie sarebbe stata troppo rischiosa. Però noto che su tutte le strade interne che abbiamo percorso da Båstad ad Eriksberg, è presente un segnale di “attenzione Alce”.
Attenzione passaggio Alce
Pare che spesso, soprattutto d’inverno, compaiano sulle strade in cerca di sale e addirittura in tutta la Scandinavia si sia sviluppato il “test dell’alce” ovvero la verifica di un’auto di riuscire a mantenere la traiettoria dopo un’eventuale sterzata causata da un ostacolo consistente ed improvviso, come un’alce. Qui siamo ospitati nel Resort del Parco, un albergo esclusivo.
Resort Eriksberg
Eriksberg: particolare delle camere
Le camere sono lussuose e ricche di elementi che ricordano il mondo animale che ci circonda. Ovviamente loro sono attesi per una degustazione molto esclusiva mentre noi, io Allegra 11 e Allegra 18, tentiamo un approccio con i numerosi serviwi offerti dalla struttura.
Allegra 11 e 18 alla scoperta di Eriksberg
Ci addentriamo fino a scovare una sala relax con un biliardo centrale. Le poltrone, rigorosamente in pelle, avvolgenti, comode rivolte sulle vetrate con vista sul parco dove, se la fortuna ti sorride, un cervo o un cinghiale o un bufalo potrebbe curiosare dal vetro; sulla vetrata a fianco sono posizionati due cannocchiali da puntamento della Swaroski del valore di alcune migliaia di Euro puntati sulla pianura sottostante dove branchi di ogni genere (bisonti, mufloni, dani, cervi, cinghiali) stanno mangiando dalle mangiatoie appena colmate da un addetto. 
La pianura di Eriksberg
Usciamo sulla splendida terrazza in legno dove scoviamo tre idromassaggi termoriscaldati. Siamo molto ma molto tentate. Non cediamo e usciamo per una passeggiata lasciandoci travolgere dall’eccitazione per aver trovato un parco giochi con la carrucola. Che vuoi in fondo siamo ragazze.
Le Allegre hanno trovato la loro dimensione
La cena. Una bella tavolata ospiti del direttore che si è sentito in obbligo di ordinare per noi il piatto più caratteristico del luogo. Filetto di cervo. 
Eriksberg: filetto di cervo
Ecco non so bene cosa dirvi. Lo stupore misto a disagio, il senso di repulsione, l’affetto per quel povero innocente animale mi stanno attanagliando e non solo a me. Ho sorriso e con uno sforzo immane, nel tentativo di non deludere l’esaltazione espressa dal direttore per questo piatto, mangio. Non mi esprimo. Bevo. Vino. Il nostro rosato, tanto per rimanere in tema. Ne bevo quanto basta per dimenticare la consistenza di quella carne. In verità a parte la sensazione sgradevole che ho sopportato nell’addentare il boccone, il gusto è buono e saporito e le verdure che lo accompagnano ne affievoliscono il sapore selvatico.
Il tappo del rosato VSTLGR01
Ci dormo sopra. La nostra ultima giornata in Svezia comincia con una colazione da veri reali. C’è veramente di tutto e ogni cosa è di ottima qualità. Insomma un brunch. Avendo purificato il sangue dall’alcol introdotto il giorno prima, finalmente lucidi, ci rendiamo conto che siamo in un’angolo di Svezia tra i più elitari, destinato sicuramente ad un pubblico per lo più ristretto e aristocratico. Difatti qui, all’interno del parco esiste un luogo particolarissimo e riservato a veramente poche provilegiate persone, che Jens, il direttore ci ha mostrato durante una breve gita, di cui non posso rivelare altro, diversamente, poi …dovrei eliminarvi.
Stiamo per lasciare la Svezia per una sosta a Copenhagen. Piero e Allegra 18 ci accompagnano alla stazione.
Allegra e Tiziano Vistalli: Ciao Svezia!
Ormai ci sentiamo liberi di viaggiare senza problemi tra l’altro il treno è diretto e per fortuna non ha cambi di alcun genere. Ho conosciuto un paese formidabile ora non mi resta che scoprirlo.A proposito l'alce non l'ho vista. Temo proprio che dovrò tornare.

Info:
Båstad - www.bastad.com
Hovs Hallar - www.hovshallar.com
Eriksberg - www.eriksberg.nu

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