L’anno scolastico è finito, il turbinio di corse con l’auto
su è giù per le colline, improvvvisamente si è fermato.
Ho ancora la tensione viva dentro di me che pervade ogni
cellula del mio, alquanto provato fisico in declino.
Lui mi guarda mentre, soddisfatto ed eccitato mi informa:
“Ragazze, vi faccio un regalo! Vi porto per il week-end al
mare in un posticino tranquillo, così possiamo rilassarci qualche giorno.”
Guardo mia figlia, incredula quanto me. Nulla poteva essere
più gradito. Non volevamo crederci.
In realtà io non amo molto il mare ma in questo momento pur
di staccare dalla routine invernale avrei gradito qualunque cosa anche un
campeggio sul monte dietro casa.
L’indomani partiamo. Credo di aver battuto il record di, “fai
la valigia nel minor tempo possibile”. Per
rilassarmi non mi serve molto: un costume, un telo da mare e un libro.
Dopo un’ora e trenta minuti esatti raggiungiamo Marina di
Bibbona sulla costa Toscana in prossimità di Bolgheri.
La spiaggia di Marina di Bibbona |
Il posto perfetto,
tranquillo, con poca gente, poche macchine, pochi alberghi, la pineta e poi la
spiaggia senza sabbia, con piccoli sassolini decisamente più gradevoli, pochi
ombrelloni e ancor meno bagnanti. Il luogo ideale, in disaccordo senza dubbio
con il proprietario dell’hotel che ci ha ospitato.
Pranziamo, completamente soli al ristorante. Un’insalatona,
un frutto e di corsa in spiaggia. Ah! Che pace! Telefoni staccati, niente
computer. Non avendo orari da rispettare decidiamo di rimanere in spiaggia con
i piedi in mare fino al tramonto. Che meraviglia assistere a questo soave
cedere alla notte, del sole.
Ignari, assolutamente ignari.
Il sole accenna gli ultimi bagliori prima di lasciarci
definitivamente e noi decidiamo di rientrare in albergo per una doccia
tonificante prima di goderci una cenetta spensierata.
Ci incamminiamo, lenti e arrostiti. Non diamo molto peso ma
ci accorgiamo che ci sono molte ma molte più macchine parcheggiate ai lati
della strada, di prima. Non solo. C’è un sacco di gente in giro. Ma dov’era
tutta questa gente prima? Tutti eleganti, profumati mentre noi ancora in
costume, con i capelli imbizzarriti e la pelle di un rosso accecante. Più ci
avviciniamo all’albergo, locato a margine di una grande piazza, più siamo
travolti da un gran frastuono. O meglio….da un casino pazzesco! Enormi casse
esplodono fuoriuscendo una marea di decibel assordanti con musiche di ogni
genere. Inoltre è allestito un mercatino con decine di bancarelle e proprio
sotto la finestra della nostra camera un bar improvvisato per un happy hour.
Oh mio Dio! Che succede! Corriamo, senza respiro alla
reception dove ci accoglie una signorina con una parrucca blu elettrico. Ci
vede alquanto sconvolti e ci propina un sorriso inaspettato, informandoci:
“Questa sera è la notte blu, avete visto i palloncini?”
No, ovviamente non li abbiamo visti e anche se fosse come
potevamo pensare che a Marina di Bibbona l’unico week-end che abbiamo scelto
per rilassarci festeggiassero un’improbabile notte blu. Poi che diavolo è la notte
blu?
La signorina travestita da fatina di Pinocchio ci risponde:
“Festeggiamo la Bandiera Blu dell’Unione Europea. Tutta la
Costa degli Etruschi è stata premiata e questa notte si ballaaaaa.”
Non sapevamo bene se piangere, fuggire o buttarci nella mischia.
“Scusi signorina ma fino a che ora questa notte si ballerà?”
La signorina sembrava quasi scocciata dal nostro poco
entusiasmo:
“Non so di preciso. Sicuramente fino a mezzanotte!”
Sconsolati prendiamo la chiave della camera con vista happy
hour e ci andiamo a preparare per la
fantasmagorica notte blu.
Scendiamo a cena. Sono le nove quando iniziamo ad ordinare
pregustandoci il cibo. Ci sembra che le nostre orecchie si siano assuefatte al
baccano circostante.
Inconsapevoli, alle nove e due minuti esatti dal palco,
posizionato al centro della piazza, inizia uno sconquasso terrificante. Un duo
di cantanti, lui e lei, si agitano proponendo tutto il repertorio dei “Ricchi e
Poveri” per poi passare a “Pupo” e a “Sabrina Salerno”.
Non volevo crederci! Non possiamo nemmeno colloquiare tra di
noi. Non sentiamo una parola, leggiamo solo il labbiale e a gesti comunichiamo.
A questo punto non ci resta che cenare frettolosamente e cercare di
allontanarci il più possibile fino al termine della baraonda.
Il caffè non è necessario pertanto ci alziamo e con passo
fuggevole percorriamo il vialone che si allontana dalla piazza con la mera
speranza di trovare un pò di agognata quiete.
In effetti giunti alla fine del viale ci sembra di
assaporare un’insolita tranquillità. Decidiamo di continuare a passeggiare
senza dar troppo peso al fatto che, sui marciapiedi sono allestite decine e
decine di bancarelle di artigiani di ogni genere stracolme di gente. Siccome
non ho visto molti alberghi, tutta questa gente da dove sbuca? Solo il giorno
dopo mi renderò conto che in questa località esistono i campeggi più grandi e
più organizzati dell’Italia centrale. Ecco svelato il mistero.
Abbiamo ritrovato la nostra complicità familiare, se non
altro per il fatto che, ora, possiamo sentirci l’un l’altro ma senza nemmeno
rendercene conto ci ritroviamo nuovamente nel bel mezzo del caos completo.
Gente strana, di ogni età che corre in una direzione. Direzione che senza
volere ci troviamo costretti a seguire trascinati dalla folla. La meta: una cover
band dei Pink Floyd sopra ad un palco smisurato si sta esibendo contrastando a
pieno volume i decibel raggiunti dai finti Ricchi e Poveri.
Aiuto!! A questo punto abbiamo ceduto impotenti. Del resto
non possiamo fare altro. Ci siamo goduti il concerto.
Siamo riusciti a riappacificarci con l’idea di essere in un
posticino tranquillo non prima delle due di notte.
La mattina seguente non siamo disposti a cadere nuovamente
in trappola. Colazione e partenza per Bolgheri.
Solo pochi chilometri di distanza ma vi garantisco che il
paragone sarebbe eretico. Bolgheri e i suoi cipressi tanto cari a Carducci.
Giusto a lui. Cipressi a parte finalmente un vero posticino tranquillo.
Poca
gente, soave, cibo buono, vino ancor meglio, parcheggio comodo, nessuna musica
assordante, nessuna bancarella improvvisata, qui siamo assolutamente a nostro
agio. Sulla via del rientro ci fermiamo anche a Volterra. Favolosa anche se mi
ha riservato una curiosa sorpresa.
Bolgheri: La Piccola Dispensa in P.zza Alberto 3 a Bolgheri |
Volterra: veduta panoramica dalla città |
La sera rientriamo a casa, stanchi se possibile più di
prima, abbrustoliti dal sole, ancora frastornati e ci accorgiamo che il vero
positicino tranquillo ci attendeva immobile e silenzioso al nostro arrivo.
Se volete conoscere la curiosità di Volterra, non
dimenticate di leggere il prossimo post.
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