Passa ai contenuti principali

MARCHE. Conero, clandestini tra Caterfans e ristori da taccuino


Conero. Spiaggia di Mezzavalle

26 Giugno.Se l’hanno scorso avete letto “Un posticino tranquillo” potete capire quando vi dico, ci risiamo è una persecuzione. Se non lo avete letto, vi invito a farlo.
Siamo alle solite. Giunti a fine inverno, al termine dei pressanti impegni di famiglia e di lavoro, decidiamo di non organizzare ma vivere all’istante, alcuni giorni di mare nelle Marche. Ricordo, per chi ancora non lo sapesse che io non amo particolarmente il mare, mi stressa sopra ogni misura possibile ma pare sia una tappa necessaria per ristabilizzare l’apparato respiratorio di tutta la famiglia.
Al mare mi sento sempre inadeguata e decisamente non è il mio habitat. Però, ho generato, insieme a mio marito, una figlia tremendamente acquatica, insomma un pesce, cittadina onoraria di Atlantide.
Eccomi quindi alle solite. Valige per il mare. Il clima è abbastanza incerto quindi porto di tutto, dal maglione di lana al pantaloncino di lino. Direzione Conero e dintorni, via Assisi, Bevagna, Montefalco e Castelluccio di Norcia. Per quanto mi riguarda è come iniziare la cena partendo dal dolce.
Assisi. Basilica di San Francesco.
Tappa ad Assisi con visita di rito alla Basilica di San Francesco, superiore ed inferiore. Non c’è molta gente pertanto riusciamo a visitarla minuziosamente e tranquillamente, godendo di ogni particolare possibile dei magnifici affreschi di Giotto e Cimabue. In effetti la scarsità di flusso turistico per le vie del paese, meta da sempre di imponenti pellegrinaggi, è significativo, direi perfetto per il nostro vagare lento e pacato ma preoccupante per le numerose micro attività presenti. Dopo una sosta all’austera Basilica di Santa Chiara ci avviciniamo, percorrendo tutta la piana che separa Assisi da Montefalco, al piccolo borgo di Bevagna per partecipare al Mercato delle Gaite.
Veduta della piana da Assisi a Montefalco.
Adoro le rievocazioni Medievali, i delicati vestiti dell’epoca, i mestieri ormai dimenticati e le taverne aperte dove puoi assaggiare cibi arcaici e genuini. Perfetto, purtroppo piove di una pioggia noiosa ed insistente a tratti furiosa e fa freddo, tanto freddo. Quindi l’organizzazione delle Gaite si è bloccata e per questa sera è tutto chiuso. Cominciamo bene!
L’indomani proseguiamo per la nostra improvvisata vacanza in direzione Conero con tappa Castelluccio di Norcia non prima di aver goduto di un pranzo fugace a Montefalco dalla quale si gode di un panorama incredibile che copre da Assisi a Spoleto. 
Panorama dalla terrazza di Montefalco
Imboccata la Statale 685, poco prima di Spoleto, percorriamo la Valnerina, un luogo dove la natura si mostra intatta e di straordinaria bellezza. Il verde del bosco è talmente intenso da sembrare compatto. Qua e là sono ancora visibili tracce della presenza millenaria dell’uomo sul territorio. Giunti a Norcia voltiamo a sinistra in direzione Castelluccio. Per raggiungerlo dobbiamo salire fino a 1500 metri di altitudine e attraversare Forche Canapine, lo storico valico tra la Valnerina e la Valle del Tronto, ovvero tra Umbria e Marche. Giunti al valico ciò che abbiamo difronte è un altopiano di oltre 1000 ettari di campi, prati e praterie incontaminati, attraversati da un’unica strada.

Altopiano di Castelluccio visto da Forche Canapine
Altopiano di Castelluccio
L'unica strada che attraversa l'Altopiano
Sembra un luogo alieno, straniero, paragonato da molti esperti esploratori al paesaggio Tibetano. Io non sono mai stata in Tibet ma vi garantisco che se assomiglia anche solo in piccola parte all’Altopiano di Castelluccio, è uno dei luoghi più belli del mondo. 

La fioritura dell'Altopiano di Castelluccio
Incontriamo qualche curioso amico e proseguiamo il nostro viaggio per raggiungere l’ambito mare. Non abbiamo prenotato alcun albergo, pertanto sarà meglio affrettarci. Decidiamo per Senigallia, ci sembra possa essere strategico per le nostre esigenze. Il tempo è nuvoloso e alquanto uggioso. Chi vuoi che vada al mare con questo clima? Penso ingenuamente.
In effetti non ci sembra che il lungomare sia invaso dalla folla. In realtà non abbiamo considerato l’orario del nostro giungere. Ora di cena. Dopo aver gironzolato su e giù per scegliere a scatola chiusa l’alloggio per i prossimi due giorni, ci fermiamo e scarichiamo i bagagli. Saliamo in camera, lasciamo le valigie, il tempo di riscendere dal terzo piano al pian terreno e la hall dell’hotel è strabordante di anziani pimpanti e arzilli come se avessero attinto alla sorgente dell’acqua Lilia. Decidiamo di non dare peso alla cosa, saliamo in bicicletta e scoviamo una pizzeria singolare, anche nel nome, Michele da Ale. Da Michele o da Ale, boh. Ragazzi gentili, cortesi e simpatici. Già non è poco, inoltre la pizza è veramente buona. Puoi prenderne un metro o mezzo metro e farcirla come vuoi. Dunque me ne fa 20 cm al pomodoro, altri 20 cm con i formaggi e il resto alle verdure. Finalmente qualche giorno di pura tranquillità, mi dico. Illusa.
E’ mattino e siamo ancora accartocciati nel letto, d’altronde siamo in vacanza, quando veniamo svegliati da un vociare assordante come se fossimo circondati da centinaia di fans impazziti.
Mi affaccio al balcone posizionato sul fronte mare dell’hotel e…Orca Peppa!
Non so se ridere o piangere
Sotto di noi, in prossimità dello stabilimento balneare dell’albergo c’è una marea di gente urlante. Ma che diamine sta succedendo!
Ci vestiamo in fretta e furia e scendiamo alla reception, ancora tramortiti. Chiediamo spiegazioni all’addetta che con occhi sorpresi dalla nostra ignoranza in merito, ci rivela che questa è la settimana del CaterRaduno.
Il nome non ci dice niente di buono ma chiediamo maggiori informazioni.
Esiste un Popolo di Caterpillar, un programma radiofonico che va in onda da quindici anni su Rai Radio 2, che ogni anno sceglie una destinazione e si ritrova per seguire un intenso susseguirsi di incontri, concerti, spettacoli e diretta live della trasmissione stessa. Ovvero muove migliaia di ascoltatori che decidono di prenotare le proprie vacanze in funzione del luogo scelto per il raduno.
Non  ci  voglio  credereeeee! Hanno scelto Senigallia, proprio come noi!
La città di mare è invasa da centinaia e centinaia di fedelissimi della radio, scatenati ed estremamente partecipi.
Respiro profondo, molto profondo, eternamente profondo. Voi non avete idea per degli esemplari eremitici come noi cosa abbia significato: il panico.
Dopo qualche ora di sgomento decidiamo di confonderci tra anziani in vacanza e fans impazziti e iniziamo a programmare la valvola di sfogo, un tour gastronomico.
Il chiosco di Anikò
Pranzo da Anikò. Per fortuna, il noto chef Moreno Cedroni ha deciso di aprire la prima salumeria di pesce del mondo proprio a Senigallia. Se passi di sera, quando le saracinesche del chiosco sono chiuse, non lo noti nemmeno ma all’ora di pranzo è un andirivieni di gustosi e freschissimi piatti per un pranzo veloce e inaspettato. Insalata di tonno crudo con mandorle e senape, Fette di spada al parmacotto, Fish e chips con salsa di senape e arancia piccante. Un posticino all’ombra, una leggera brezza, una bibita fresca dal sapore inesplorato, un piatto dal delicato equilibrio davanti ai tuoi occhi. Così abbiamo ritrovato la serenità rubata dai CaterSeguaci.
Passeggiata sulla spiaggia per respirare il corroborante iodio. Il mare è mosso, l’acqua è glaciale, la sabbia tremendamente fastidiosa.
Meglio pensare alla cena.
Il lungo elenco di eventi del CaterRaduno prevede, per questa sera, il concerto gratuito di Max Gazzè. Quindi decidiamo di lasciarci travolgere dall’entusiasmo e goderne. Non prima di aver degustato una deliziosa selezione di formaggi e salumi marchigiani da Squisito, un punto ristoro nel centro del paese dove puoi trovare sempre prodotti ricercati e di qualità da acquistare o saggiare direttamente.
Dopo un Verdicchio dei Colli di Jesi siamo pronti a zompettare a suon di Gazzè. La favola di Adamo ed Eva ci ha conciliato un sonno guadagnato.
Domani è un altro giorno ma che giorno.
Sveglia, colazione, un saluto al gruppo di attempati in partenza e finalmente Conero, più precisamente Sirolo.
Da Ancona in poi percorriamo la strada panoramica che attraversa il Parco del Monte Conero e la vista è bellissima. Purtroppo è nuvoloso, fresco e minaccia pioggia ma noi non ci facciamo abbattere e decidiamo di inoltrarci a piedi lungo il percorso per raggiungere la nota Spiaggia dei Sassi Neri. La discesa è molto ripida e ci ricorda immediatamente che la salita sarà contrariamente peggio. Per fortuna incontriamo Roberto, titolare dell’omonimo stabilimento balnerare che mosso da pietà ci ospita nella sua Panda da battaglia e ci accompagna fino all’ultimo accesso prima dell’arrampicata finale. Insomma, questo è un angolo di paradiso e come tale va guadagnato faticosamente.
Conero. Spiaggia dei Sassi Neri
Conero. Spiaggia dei Sassi Neri. A sinistra il mitico Roberto
Viverlo anche solo per poche ore, accolti dalla delicata presenza di Roberto e del suo staff è stato notevole. La spiaggia non propriamente agevole ma pulita e curata e l’acqua cristallina hanno trascinato Allegra nel suo ambiente ideale dalla quale solo un tuono raccapricciante è riuscito a strappare.
Fuga dalla spiaggia
Impauriti dal nero funesto in arrivo dal mare iniziamo a risalire per riprendere l’auto. C’è un servizio navetta che passa ogni ora circa al costo simbolico di un euro ma noi pensiamo bene di fare una camminatina. La pendenza supera il 25% e io non sono proprio famosa per le mie risorse energetiche. Rischio l’infarto ma non mollo per apparire, agli occhi di mia figlia, forte come una roccia. Forse lo spavento per i tuoni minacciosi mi hanno aiutato ad arrivare in cima ma vi consiglio vivamente di aspettare il pulmino.
Ancora non piove così pensiamo di fare due passi a Sirolo. Non facciamo in tempo a parcheggiare che inizia a piovere. Al secondo passo fuori dall’auto il diluvio incombe.
Ops. Piove
Corriamo sotto al tendone, chiuso per l’occorrenza, di un chiosco sulla piazza. Tuoni e lampi a più non posso con l’acqua che sgorga da tutte le parti. Siamo senza ombrello. Anzi ne abbiamo uno in tre. Direi che è ora di un bel caffè. Il caffè è durato un’oretta circa prima che riuscissimo a riemergere dall’evento straordinario.
Rientrati in hotel siamo tutti eccitati. Per questa sera abbiamo prenotato da Uliassi. Non è la prima volta che visitiamo questo ristorante pluri-stellato ma è sempre una grande emozione, non sai mai cosa trovi e quale stranezza culinaria ti può abbattere.
Le porte sono chiuse. Bisogna suonare il campanello. Siamo accolti da Catia, titolare insieme al fratello Mauro, in abito di piume rosso fuoco e tacco dodici. La mia ballerina raso terra mi ha lasciato stesa ma cerco di confondere le acque. Siamo tra i primi clienti giunti e l’ambiente ci appare elegantemente distaccato. Catia, dalla sua altezza conquistata, ci propone piatti dai nomi interminabili che noi abilmente e con non poco timore scegliamo palesemente ignari. Allegra trova dei Cappelletti alla Moda di Zia Elena, favolosi, Tiziano si crogiola con la Beccaccia alla Marchigiana, mentre io mi barcameno tra un antipasto e un secondo a base di pesce freschissimo. A questo punto vediamo l’ambiente con occhi diversi, vuoi perché nel frattempo il locale si è riempito di estimatori o per l’animo stravolto dal vino abilmente scelto. Un dolce, una piccola pasticceria e rotolando tra un CaterFan e l’altro riprendiamo il lungomare in direzione sud. L’esperienze gastronomiche da Uliassi sono senza dubbio memorabili ma io sempre più spesso non riesco a dissociare l’atmosfera che mi circonda e le sensazioni che essa mi trasmette, parte integrante di una piacevole serata. La troppa servilità mi disturba, l’eccesso di ricercata sofisticatezza mi intimorisce, la poca familiarità non simpatizza con la mia ricerca di convivialità. Insomma cibo delizioso, Catia gentilissima, Mauro marchigiano goliardico, lo staff impeccabile ma vi prego lasciate spazio alle emozioni e ogni tanto respirate.
Bene, il nostro week end di relax è giunto al termine ma ci siamo tenuti una perla per l’ultimo pranzo nel Conero.
Conero. Sulla via per Portonovo
Tappa al Clandestino, il sushi bar nato dal genio di Moreno Cedroni a Portonovo.
Il posto ideale per i poco amanti del mare che ambiscono alla goduria culinaria. Come noi.
Uno scoglio bianco, l’acqua turchese, una piccola spiaggetta di sassi arrotondati dalle onde e un chiosco fatto di legno arroccato sulla roccia. Il bianco e l’azzurro sono i colori scelti per dare al locale un’immagine patinata estremamente piacevole. La scenografia naturale è quanto di meglio tu possa aspettarti di giorno e di notte. Sorpresi dal sole o cullati dalla luna.
Il Clandestino a Portonovo
Non c’è bisogno di particolari vestiari, basta un costume e se proprio temi le tue forme una t-shirt. Non ti devi preoccupare di lasciare la sedia bagnata dall’acqua di mare, qui è lui che comanda. Ti accomodi, così come sei. Ti guardi intorno e capisci di essere a tuo agio tra persone come te che cercano e apprezzano la naturale particolarità di questo incantevole vertice. Purtroppo a pranzo non propongono tutto il menù ma solo alcuni piatti leggeri o panini unici nel suo genere. Ci accontentiamo con la promessa di ritornare per una nuova esperienza serale. Nessun altro luogo è piacevolmente Clandestino come questo.
Felici, satolli e rilassati malgrado il mare e i CaterVacanzieri, rientriamo alla base. Questo è il mare che preferisco. Ora basta però!

Info:
Michele da Ale - Lungomare L.Da Vinci, 33 - Senigallia (AN)
www.senigallia.mezzometro.it
Anikò - P.zza Saffi, 10 - Senigallia (AN)
www.morenocedroni.it/anikò/proposte.php
Squisito - P.zza Simoncelli, 16 - Senigallia (AN)
www.squisitonline.it
Uliassi - Banchina di Levante, 6 - Senigallia (AN)
www.uliassi.it
Clandestino - Baia di Portonovo - Ancona
www.morenocedroni.it/clandestino/main.php

Commenti

  1. Bel mare e un po' più a nord , in Romagna ... quanti ricordi e " castelli di sabbia " fatti e distrtti !!!! bello , un buon giretto , brava .
    ziopolo

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

CORRIDOIO VASARIANO: non solo Uffizi e lode a Eleonora Di Toledo

E' domenica, sono le 6,30 del mattino e siamo già svegli. Folli? Sì ma talmente curiosi da superare la sensazione di cuscino morbido e trapuntina calda per buttarci con scarpe antipioggia e ombrellino tattico nel centro della Firenze assonnata. Oggi abbiamo un grande appuntamento, tanto atteso per aumentarne il desiderio, oggi visitiamo il Corridoio Vasariano. Disegno di M.Brini Se sei fiorentino, fa parte della tua vita di tutti i giorni, se sei un turista, lo intravedi non capisci ma vorresti, se vivi Firenze, sai esattamente di cosa stiamo parlando, il suo valore e non vedi l'ora di poterci entrare. Questo è il nostro caso. Così finalmente, grazie al famoso detto "la persona giusta al momento giusto", incontriamo per caso sul web Laura Lolli, una giovane guida fiorentina e ci affidiamo alla sua organizzazione per questa Esperienza. Per spiegare cos'è il Corridoio Vasariano dobbiamo vestirci nei panni di corte del Granduca di Toscana Cosimo I Dè Medi

IL CIPRESSO E LA CIPRESSA

La Toscana è la riconosciuta dimora di questo watusso della botanica. Da tempo risulta essere il simbolo dell’ambita vacanza in questa splendida regione. Non esisterà foto o cartolina, testimonianza di un trascorso toscano che non riprenda almeno un cipresso. La Regione Toscana ha organizzato, a novembre scorso, un convegno tenuto da esponenti dell’accademia dei Fisiocritici di Siena, a tema, “Il Cipresso, risorsa e simbolo del territorio senese”. Simbolo, di questo si tratta. Nella mia città di orgine, Bologna, il cipresso è presente solo ed esclusivamente nei cimiteri. Cresciuta con questa convinzione, quando giunsi in Toscana, oltre dieci anni fa, per un lungo periodo a seguire, vissi nel dubbio che la gente seppellisse i propri deceduti nel giardino di casa. Plausibile.  A tal proposito mi tornò in mente una poesia di Ugo Foscolo. .......... All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne Confortate di pianto è forse il sonno Della morte men duro? Ove più il

#SVEZIA: VOLEVO VEDERE L'ALCE

Svezia - Panorama tra Torekov e  Båstad   Siamo alle solite.Partenza intelligente ore 3,30 da Bergamo per Milano Linate. Il volo per Copenhagen parte alle ore 6. Facce stropicciate, capelli allo sbando, abbigliamento simil pigiama, valigie stracolme da veri viaggiatori, partiamo per questa inaspettata vacanza lavoro in Svezia. Sì, sono consapevole che Copenhagen è in Danimarca ma del resto la nostra prima destinazione è nella Svezia del Sud, nella gaudente cittadina di  Båstad  sul Ma re del Nord. Il volo è breve, poco meno di due ore e appena atterrati in Danimarca con le nostre t-shirt estive, prendiamo atto del fatto che, qui fa freddo! Abbiamo subìto un'escursione termica pari a circa 20 gradi che immediatamente ci scompensa il metabolismo. Poi ne godiamo a pieno ritrovando energie disperse dal lontano aprile scorso. Compriamo i biglietti per il treno che ci porterà oltre il Ponte di  Øresund , l'unico collegamento via terra tra le due nazioni. L'avevo già notato