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IN RUSSIA PER LA DANZA. Si può desiderare di più?


A volte capita nella vita di incontrare persone che vedono in te cio' che ancora tu non percepisci nemmeno. E' una fortuna, una vera rarita'. Quando succede devi coglierne l'essenza e far si' che tanta fiducia sia frutto di stimoli costruttivi per il tuo futuro. Alla base di tutto questo c'e' la passione quel sentimento cosi' forte in grado di trascinare chiunque e qualunque cosa come un dirompente torrente in piena fino alla fine del naturale percorso.
Non esiste passione senza sentimento e non esiste migliore espressione di esso della danza.
Per un giovane asprirante ballerino viaggiare potendo studiare danza, condividendo questo tempo con altri soggetti simili, e' quanto di meglio possa capitare.
Detto cio' tre artisti, ovvero esemplari di homo smemorandum, due ballerine ed io, abituate a volteggiare, chi con i piedi chi con la mente, in ambiti dove pochi possono arrivare, decidono di partire per la Russia per partecipare ad un Festival della Danza. Sorvolando ma nemmeno troppo sulle burocratiche procedure per ottenere il visto per la ballerina minorenne per la quale abbiamo dovuto produrre piu' documenti che per un'intera squadra di calcio in visita nel Burundi, siamo partite alle 7,30 da Firenze per Mosca con scalo a Roma. Tra un'atteraggio e l'altro, una partenza e l'altra, un trasferimento e l'altro, siamo giunti a destinazione a mezzanotte circa.

Mosca: Cattedrale di S.Basilio
Nel frattempo siamo riusciti a prendere un taxi per raggiungere la citta' e magicamente vedere, la Piazza Rossa, il Mausoleo di Lenin, la facciata del Teatro Bolshoi, il negozio di Tiffany, la Cattedrale di San Basilio, mangiare in un ristorante Georgiano e riuscire a riprendere un'altro taxi per percorrere altre due ore di macchina in direzione ignota. Su questo punto vorrei spendere qualche parola in piu'. Considerando che gli organizzatori ci hanno caricato su un taxi guidato da un ragazzo e che lo stesso ha ricevuto il saldo del viaggio in anticipo direi, con sincero ottimismo che siamo state fortunate a giungere la' dove eravamo aspettate. Dire che l'autista si e' perso ripetute volte nei meandri della foresta in cui e' accuratamente nascosto tale luogo e' un eufemismo. Ad un certo punto pensavamo realmente di essere state rapite poi abbiamo visto un grande cancello con una capannina del tipo CheckPoint Charlie con un guardiano forse armato o forse no e cosi' istintivamente abbiamo capito di essere arrivati. Dove? A Palazzo Litvinovo. Non cercatelo sulla cartina nei dintorni di Mosca perche' e' oscurato in quanto circondato da caserme militari. Non so se mi spiego. Comunque siamo arrivate anche se stanche, stravolte e tramortite fortunatamente il viaggio era finito. Destinazione raggiunta.

Grazie Sally per gli splendidi e utili cappelli
In primis abbiamo dovuto abituarci ad alcune bizzarre usanze dei nostri ospiti russi: non bevono acqua ai pasti, solo te' o sciroppi dolcissimi, subiscono sbalzi termici pari a 30^ ogni volta che entrano ed escono da un luogo all'altro, il caffe' non esiste, mangiano alla mattina mattonelle di bianco d'uovo e purtroppo per loro non godono del cibo. Gli orari sono legge e i programmi determinanti o meglio vincolanti. Sgarrare non e' ammesso.
Programma del Festival
Fortunatamente il Festival esiste ed e' anche importante e seguito. Numerosi sono i partecipanti, circa 200 di cui 80 in competizione per il concorso.
Quando viaggiano tre artisti dalla mente volteggiante sarebbe meglio fossero accompagnati da una sorta di uomo-ancora che ogni tanto li riporti ad una situazione il piu' reale possibile. Cosi' non e' stato e le tre artiste in trasferta sono giunte a Mosca dove la temperatura piu' mite era -10^ senza conoscere i particolari di un programma gia di per se' incomprensibile. 

Brrrrrrrrrrrrr
Diciamo che il ricevere i dettagli in russo non ha aiutato. Pertanto possiamo affermare di essere stati novelli Indiana Jones della Steppa. Arrivati in questo villaggio seminascosto siamo accolti da Victoria che con caloroso e affabile sorriso ci rassicura e ci porta a fare un giro di ispezione per ambientarci. Tanto e' solo mezzanotte. Siamo in mezzo ad una foresta sommersi dalla neve e circondati da stalattiti. Il villaggio e' completamente recintato e le guardie fanno la ronda. Ci sentiamo tranquille e andiamo a letto, in maniche corte e boccheggiando per l'afa nell'ambiente ma la stanchezza prevale e crolliamo. La mattina successiva bramiamo la prima colazione quindi svegli e superpimpanti ma in ritardo sulla tabella di marcia comunicataci la sera prima, sgarriamo l'orario di circa 60 minuti. Non ci e' mai piu successo nei giorni successivi perche la strigliata che ci ha  delicatamente lanciato con lo sguardo la signorina della cucina, e' ancora oggi un ricordo troppo doloroso. Il programma prevede per la mattina piscina in attesa che tutti i partecipanti al Festival arrivino con mezzi propri. Tentati, decliniamo l'invito e gironzoliamo per il desolato luogo in attesa del pranzo. La nostra curiosita' ci ha portato ad aprire tutte le porte di tutti gli stabili accessibili. Abbiamo scoperto che un'ostrica nasconde e protegge sempre una preziosa perla rara. Una palestra enorme, nuovissima, pulitissima e attrezzatissima con tanto di spogliatoi, bagni e un piano dedicato a sale per attivita', danza o altro; un teatro da far invidia a molte piccole citta', tipo Empoli ad esempio, con un palco e un retropalco molto spaziosi e un impianto audio, luci e regia pazzesco, nello stesso stabile, perche' no mettiamoci anche una discoteca: non lontano abbiamo trovato anche un bowling e un campo da golf indoor oltre ad uno spazio per i roller mentre all'esterno si trova una pista di pattinaggio su ghiaccio e non dimentichiamo la piscina olimpionica.

Ops un bowling
Ecco questo e' tutto. I gruppi di ragazzi arrivano e sono numerosi. E' bellissimo godere della magia della danza, capire l'alchimia che si crea tra giovani che non si conoscono, non parlano la stessa lingua ma quando ballano si esprimono con parole universali. Capire il russo per noi e' impossibile ma loro ci amano, amano la nostra simpatia, il suono della nostra lingua, il nostro sorridere a tutti, la nostra socievolezza, il nostro calore. Io non ballo, ho la fisicita' di un bradipo ubriaco quindi, apparentemente non ho molto in comune con tutti quei bipedi zompettanti. 

Lezione di contemporaneo
Niente di piu errato. Mi accomuna a loro non solo la vena artistica ma soprattutto l'aorta della follia. Comunque, dopo aver assistito a tutte le esibizioni del concorso mi sento una di loro, un pò dancer e un pò portaborse ma va bene così. Sono state giornate intense tra risate, tensioni, stanchezza, mancanza di cibo ma lo rifarei.

In quanto artiste, prese dallo stress, abbiamo pensato di giocare a Cose, Oggetti, Animali
Ho capito con maggiori dettagli il mondo di Allegra e perchè vuole farne parte. La danza non è solo mossettine e palcoscenico è un mondo parallelo dove le emozioni giocano con le speranze di ognuno di loro, grandi e piccoli. 

Parte di una delle due esibizioni di Allegra al concorso
C'è un immenso sacrificio dietro, un grande lavoro fisico e mentale per sostenere i ritmi richiesti. La spinta universale è l'amore per ciò che fai ed è un sentimento talmente forte che può aiutarti a superare qualunque mancanza, quella di cibo o ancor peggio di pastasciutta, quella della famiglia che ti segue, quella dei tuoi amici che non ti capiscono, quella di un fidanzato che fatica a seguirti, quella di una scuola che non ti sostiene, quella di una fissa dimora. I ballerini, così eterei, così apparentemente fragili in realtà sono le persone più determinate e forti che io abbia incontrato.

Allegra e Federica, felici felici
Alla fine di questa esperienza le tre artiste in erba non volevano più tornare, la Russia le ha stregate e considerando che non hanno praticamente visto niente al di fuori del cancello chiuso dietro di loro, la curiosità è giustificata. Ci vediamo al Bolshoi e Спасибо за хороший опыт (grazie per la bella esperienza).

Ciao Russia!! Arrivederci.

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