A Lucrezia |
Europa. Cittadino Europeo. Il miraggio di tutti i nostri ragazzi. Lei poteva essere la figlia di ognuno di noi. Quella che ti sbatte la porta perché non la capisci, che ti ruba i trucchi e non te lo dice, che prende in prestito il tuo maglione e lo taglia per adattarlo ai suoi gusti, quella che sogna ogni momento di andare a studiare all'estero e girare il mondo. Tutti i suoi sogni spezzati improvvisamente, senza preavviso, senza motivo, nel silenzio di un sonno anch'esso pieno di immagini di un futuro che non ci sarà. Solo a pensarlo ti manca il fiato e gli occhi si riempiono di un'acqua torbida da renderti assente e invisibile a te stessa per alcuni istanti. Istanti che sembrano non finire. No, non la conoscevo a fondo, avevo condiviso con lei solo alcuni momenti di vita in famiglia ma conosco l'amore per un figlio, conosco le sue speranze, la sua gioia di vivere e di sbranare a morsi la vita ogni giorno, conosco il dolore, quindi sì la conoscevo anch'io come tutti noi qui stasera in questa Chiesa colma da sembrare piccola, uniti per cercare di condividere una morsa che ci stringe il cuore. Come superare questo strappo straziante, come aprire i cassetti del comodino della sua camera, come leggere i suoi pensieri scarabocchiati sui libri, come piegare i suoi vestiti, come guardare le sue foto di bambina? Non lo so, provo a immaginarlo ma non lo so. Poi guardi tua figlia, lei è qui, smarrita, non capisce come possa succedere e soffre della sofferenza. Tu sai però che poteva succedere anche qui, in Italia, a Firenze, a Greve in Chianti, dove ogni mattina centinaia di ragazzi salgono sul pullman per andare a scuola o si svegliano in piena notte per andare in gita. Anche noi siamo Europa, anche noi siamo un miraggio per migliaia di ragazzi stranieri che vengono qui in Italia empi di sogni. Allora ti rendi conto che l'Europa è piccola come un paese. Tutti devono prendersi cura di tutti perchè ognuno è genitore o figlio di qualcuno come te. Anche Greve in Chianti è un paese come tanti, dove la vita scorre nella banalità di piccoli gesti quotidiani, sempre gli stessi. Vivi nella normalità, apparentemente anonima, di una comunità che sa chi sei anche se tu non te ne accorgi e si stringe unita e compita attorno al ricordo di una ragazza figlia di ognuno di loro, figlia d'Europa.
Stringo mia figlia, la stringo forte e riprendo lentamente a respirare con l'affanno di chi cerca di sopprimere un pianto, un singhiozzo.
Poi penso a Lei, penso alla sua famiglia, penso che niente sarà più come prima.
M.Brini
I momenti tristi oscurano le fiammelle di gioia con cui coltivo il mio presente, che..." del doman non v'è certezza"
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