In tutta sincerità ho ancora un leggero tremore, un brivido freddo che mi accompagna, una dolce palpitazione, pura emozione.
Da tempo cercavo di organizzare questa visita ma di solito funziona così, quando è possibile prenotare non puoi e quando puoi non è più possibile prenotare. Poi, a Natale, un regalo inaspettato: due biglietti per la visita guidata del Cenacolo e della Vigna di Leonardo. Non resta che decidere una data. Per il principio di cui sopra, ho dovuto aspettare fino ad ora ma nel complesso ho aspettato 51 anni e 64 giorni prima di essere colpita dalla magnifica semplicità di questa opera.
DALLA VIGNA ALLA VIGNA
Vivere tra i vigneti è un grande privilegio, viaggiare per promuovere il frutto del tuo vivere, un onore, riuscire ad unire le due passioni che sostengono la tua vita, il vino e l'arte, una cosa rara. Dal Chianti con una sosta alla fiera del vino di Verona in direzione Milano. Non una Milano qualsiasi ma la versione più Toscana di essa: la vigna di Leonardo da Vinci, attualmente visitabile nel giardino della casa degli Atellani adiacente la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove, nel refettorio, è ubicato il Cenacolo più famoso del mondo.
Leonardo trentenne, nel 1482 decide di trasferirsi a Milano, il cui Ducato è già alleato dei Medici, per proporre i suoi progetti relativi ad armi da guerra. In poco tempo entra nelle grazie di Ludovico il Moro che lo impiega in molteplici attività artistiche. Tra le tante opere che gli vengono commissiate e lo rendono uno degli artisti che maggiormente contribuì al fasto della città meneghina, ci fu l'Ultima Cena al termine del quale ricevette in dono da Ludovico il Moro un ettaro di vigna sita a pochi passi dalla Chiesa stessa e dal laboratorio nel quale lavora.
Non esiste nessuna altra città al mondo, metropoli moderna che vanta l'onore di essere storica sede del vigneto di uno dei più grandi geni mai vissuti.
Immagino soltanto la gioia di Leonardo a questo dono. Una vigna, tutta sua nel centro di Milano. Riesco a vederlo, lui e la sua incredibile barba bianca con le lunghe vesti struscianti, passeggiare e ricordare la sua terra in un luogo di cui prendersi cura, dove perdersi e ritornare bambino, un luogo che gli fu caro fino alla fine dei suoi giorni.
15 pertiche e 3/4, 100 braccia di larghezza e 294 di lunghezza.
Una pena di 1000 ducati per coloro che avessero molestato Leonardo o perturbato ed intralciato il suo libero possesso della vigna. Alla sua morte la vigna passò diversi gradi di eredità fino al 1534 data in cui per 35 lire imperiali a pertica, venne venduta al Convento di San Girolamo che se ne prese cura traendone senz'altro risorse per il sostentamento.
Nel 1920 la zona fu lottizzata e Luca Beltrami, storico e architetto milanese, durante una supervisione, si accorse del pergolato di vigna e si assicurò un suggestivo ricordo con alcune fotografie che scattò poco prima dell'estirpazione. La nuova urbanizzazione del 1921 risparmiò alcuni tralci della vigna di Leonardo che Piero Portaluppi, architetto dell'epoca, decise di salvare integrandoli nel progetto di restauro della Casa degli Atellani.
Nel 1943 la porzione di vigna sopravvissuta fu distrutta da un incendio a causa dei bombardamenti inglesi sulla città. Nel 2004 grazie ad un'intuizione di Luca Maroni che sostenne la tesi per la quale le radici sottoterra potevano essere recuperate, iniziò il lungo percorso necessario per trarne frammenti cellulari da identificare. Il percorso non fu semplice ma grazie all'impegno di molte persone influenti, gli scavi iniziarono e frammenti di vite furono trovati. Quei pochi residui bastarono per individuarne il DNA. Grazie al lavoro del Prof. Attilio Scienza dell'Università degli Studi di Milano e del suo staff, dopo anni di stallo, dovuto alla mancanza di fondi, per volere della Famiglia Castellini, attuale proprietaria della Casa degli Atellani e del suo giardino, finalmente nel 2015 venne reimpiantato il vigneto di Malvasia Di Candia Aromatica identificata dal DNA proveniente dai residui originali della Vigna di Leonardo.
Una storia incredibile, non un romanzo o una novella ma uno spaccato di vita vera di uno degli uomini più straordinari al mondo. Ho sempre immaginato che se Leonardo Da Vinci fosse nato negli Stati Uniti loro, per ricordarlo all'intero universo, avrebbero puntato dalla sua tomba verso il cielo, un faro di proporzioni mastodontiche visibile dalle galassie più remote. Noi dovremmo produrre un'illuminazione grande come l'Italia intera visto gli innumerevoli reperti che conserviamo della sua genialità, invece, concediamo 15 minuti per vedere una sua opera, nascondiamo ai più il luogo dove sorge la sua dimora di nascita, ci facciamo rubare l'opera più importante o ancor meglio la facciamo ricoprire e nascondere sotto altre pitture.
"O Leo poero grullo, icchè tu pensai d'essè l'uniho a pittare".
Milano gli ha donato una vigna, la Toscana una luogo di cui essere parte integrante.
Chissà scavando nel giardino di casa nostra, cosa potremmo trovare.
Vi aggiornerò:)
Non perdetevi la Part.2 dell'articolo dove vi racconterò la visita al Cenacolo.
Bibliografia: "Leonardo da Vinci la vigna ritrovata" di Luca Maroni edizioni SENS.
Da tempo cercavo di organizzare questa visita ma di solito funziona così, quando è possibile prenotare non puoi e quando puoi non è più possibile prenotare. Poi, a Natale, un regalo inaspettato: due biglietti per la visita guidata del Cenacolo e della Vigna di Leonardo. Non resta che decidere una data. Per il principio di cui sopra, ho dovuto aspettare fino ad ora ma nel complesso ho aspettato 51 anni e 64 giorni prima di essere colpita dalla magnifica semplicità di questa opera.
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La Vigna di Leonardo - Giardino Casa degli Atellani Milano |
Vivere tra i vigneti è un grande privilegio, viaggiare per promuovere il frutto del tuo vivere, un onore, riuscire ad unire le due passioni che sostengono la tua vita, il vino e l'arte, una cosa rara. Dal Chianti con una sosta alla fiera del vino di Verona in direzione Milano. Non una Milano qualsiasi ma la versione più Toscana di essa: la vigna di Leonardo da Vinci, attualmente visitabile nel giardino della casa degli Atellani adiacente la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove, nel refettorio, è ubicato il Cenacolo più famoso del mondo.
Leonardo trentenne, nel 1482 decide di trasferirsi a Milano, il cui Ducato è già alleato dei Medici, per proporre i suoi progetti relativi ad armi da guerra. In poco tempo entra nelle grazie di Ludovico il Moro che lo impiega in molteplici attività artistiche. Tra le tante opere che gli vengono commissiate e lo rendono uno degli artisti che maggiormente contribuì al fasto della città meneghina, ci fu l'Ultima Cena al termine del quale ricevette in dono da Ludovico il Moro un ettaro di vigna sita a pochi passi dalla Chiesa stessa e dal laboratorio nel quale lavora.
Non esiste nessuna altra città al mondo, metropoli moderna che vanta l'onore di essere storica sede del vigneto di uno dei più grandi geni mai vissuti.
Immagino soltanto la gioia di Leonardo a questo dono. Una vigna, tutta sua nel centro di Milano. Riesco a vederlo, lui e la sua incredibile barba bianca con le lunghe vesti struscianti, passeggiare e ricordare la sua terra in un luogo di cui prendersi cura, dove perdersi e ritornare bambino, un luogo che gli fu caro fino alla fine dei suoi giorni.
15 pertiche e 3/4, 100 braccia di larghezza e 294 di lunghezza.
Una pena di 1000 ducati per coloro che avessero molestato Leonardo o perturbato ed intralciato il suo libero possesso della vigna. Alla sua morte la vigna passò diversi gradi di eredità fino al 1534 data in cui per 35 lire imperiali a pertica, venne venduta al Convento di San Girolamo che se ne prese cura traendone senz'altro risorse per il sostentamento.
Nel 1920 la zona fu lottizzata e Luca Beltrami, storico e architetto milanese, durante una supervisione, si accorse del pergolato di vigna e si assicurò un suggestivo ricordo con alcune fotografie che scattò poco prima dell'estirpazione. La nuova urbanizzazione del 1921 risparmiò alcuni tralci della vigna di Leonardo che Piero Portaluppi, architetto dell'epoca, decise di salvare integrandoli nel progetto di restauro della Casa degli Atellani.
Nel 1943 la porzione di vigna sopravvissuta fu distrutta da un incendio a causa dei bombardamenti inglesi sulla città. Nel 2004 grazie ad un'intuizione di Luca Maroni che sostenne la tesi per la quale le radici sottoterra potevano essere recuperate, iniziò il lungo percorso necessario per trarne frammenti cellulari da identificare. Il percorso non fu semplice ma grazie all'impegno di molte persone influenti, gli scavi iniziarono e frammenti di vite furono trovati. Quei pochi residui bastarono per individuarne il DNA. Grazie al lavoro del Prof. Attilio Scienza dell'Università degli Studi di Milano e del suo staff, dopo anni di stallo, dovuto alla mancanza di fondi, per volere della Famiglia Castellini, attuale proprietaria della Casa degli Atellani e del suo giardino, finalmente nel 2015 venne reimpiantato il vigneto di Malvasia Di Candia Aromatica identificata dal DNA proveniente dai residui originali della Vigna di Leonardo.
Una storia incredibile, non un romanzo o una novella ma uno spaccato di vita vera di uno degli uomini più straordinari al mondo. Ho sempre immaginato che se Leonardo Da Vinci fosse nato negli Stati Uniti loro, per ricordarlo all'intero universo, avrebbero puntato dalla sua tomba verso il cielo, un faro di proporzioni mastodontiche visibile dalle galassie più remote. Noi dovremmo produrre un'illuminazione grande come l'Italia intera visto gli innumerevoli reperti che conserviamo della sua genialità, invece, concediamo 15 minuti per vedere una sua opera, nascondiamo ai più il luogo dove sorge la sua dimora di nascita, ci facciamo rubare l'opera più importante o ancor meglio la facciamo ricoprire e nascondere sotto altre pitture.
"O Leo poero grullo, icchè tu pensai d'essè l'uniho a pittare".
Milano gli ha donato una vigna, la Toscana una luogo di cui essere parte integrante.
Chissà scavando nel giardino di casa nostra, cosa potremmo trovare.
Vi aggiornerò:)
Non perdetevi la Part.2 dell'articolo dove vi racconterò la visita al Cenacolo.
Bibliografia: "Leonardo da Vinci la vigna ritrovata" di Luca Maroni edizioni SENS.
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