Sono stata pochi giorni fa ai colloqui di classe di mia figlia, liceo linguistico terzo anno. Ho conosciuto il nuovo professore di italiano e storia. Giovane, neo laureato, brillante, costretto, triste e affranto. Davanti a tanta onestà di sentimenti mi sono sentita libera di esternare tutto il mio disappunto e sconforto nel constatare che Allegra sa riconoscere ogni dettaglio sulla vita di Carlo Magno, al suo terzo ripasso scolastico e non ha idea di cosa sia successo in Piazza Fontana a Milano, chi sia Aldo Moro o Bettino Craxi o Kim Jong Un. Non sono certa che dalla maturità esca con una consapevolezza del mondo attuale in cui vive e vivrà ma sono sicura che la vita di Maria Antonietta l’affascinerà e rimarrà indelebile nei suoi ricordi.
Il programma ministeriale del liceo linguistico, per quanto riguarda la storia, prevede, nel secondo biennio, lo studio del processo di formazione dell’Europa e del suo aprirsi ad una dimensione globale, tra Medioevo ed Età Moderna, nell’arco cronologico che va dall’XI secolo fino alle soglie del Novecento. Quindi, in pratica, secondo lo Stato, Allegra all’età di 17 anni suonati che culturalmente possiamo asserire essere come i 20 anni della nostra generazione, potrebbe, forse, riconoscere l’importanza della città in cui vive, Firenze, per l’epoca Rinascimentale.
Se non fosse che la curiosità di un bambino di 6 anni potrebbe bastare per elencarti ogni dettaglio dell’architettura dell’epoca, direi che sarebbe già un fatto importante.
Inizieremo il quinto anno e avvicinandoci alla maturità, avremo un solo anno di tempo utile prima dei 18 anni, per studiare tutto ciò che è accaduto dai primi Novecento ad oggi. Il programma ministeriale però ci alleggerisce notevolmente perchè prevede di raggiungere, come storia contemporanea, l’inizio degli anni ‘90. Ovvero, nella migliore delle ipotesi arriveremo a ricevere qualche nozione sulla Guerra del Golfo, sulla ex Jugoslavia, la fine dell’Urss, Sarajevo, Falcone e Borsellino, l’IRA, il genocidio in Ruanda, Nelson Mandela e l’Unione Europea. Ribadisco nozione, perchè in un anno accademico nel quale la storia occupa due ore la settimana, non credo si possa parlare d’altro.
Ma la domanda è: le Torri Gemelli, l’Euro, l’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti, la scuola di Beslan, gli attacchi terroristici in Europa, la Guerra di Gaza, la Guerra Civile in Siria, la Brexit, la Corea del Nord e il suo folle dittatore con le armi nucleare puntate? Come faranno ad analizzare tutto ciò.
La risposta è stata: "speriamo ne parlino in famiglia".
Caro #statoitaliano,
lo stesso che mi chiede di dare fiducia al sistema scolastico e di non intervenire nelle metodologie di studio dei docenti; lo stesso che mi tiene volontariamente all’oscuro gli studenti di ciò che accade oggi nel nostro paese e nel mondo; lo stesso che mi chiede € 20 di contributo per portare la classe a fare rafting nel fiume; quello Stato che aggrappato ad un programma ammuffito da anni con saccenza e presunzione accusa gli alunni di essere disinteressati e le famiglie assenti nel percorso dei propri figli, tu, proprio tu, con quale grottesca sufficienza ti permetti di dirmi, "speriamo ne parlino in famiglia" ? Fortunatamente gli alunni che tu custodisci con storie fiabesche fatte di cavalieri, regine e Papi sono molto più ricettivi e intelligenti di quanto tu immagini e certamente "parlano in famiglia" di ciò che succede perchè questo è il loro mondo e non solo ne parlano ma lo vivono. Le informazioni arrivano forti e chiare su ogni fronte e le loro orecchie sono pronte a ricevere già da qualche anno. Non puoi pensare che arrivino a 18 anni digiuni di tutto ciò. Pertanto no, non ho fiducia nel sistema scolastico così com’è congeniato, ho però fiducia nelle persone che ci lavorano e vorrei tanto che docenti, giovani e motivati possano essere liberi di trasmettere ai nostri figli il loro sapere senza briglie o programmi antidiluviani.
Se i nostri ragazzi usciranno dalla maturità consapevoli non è merito tuo ma loro che hanno dato credito alla loro curiosità e hanno accolto tutti gli stimoli esterni che gli sono capitati.
Caro Stato Italiano, hai provato ad entrare in una classe di liceali e chiedere: Cosa vuoi fare dopo la maturità? Io sì e la risposta mi ha spaventato. 9 su 10 vogliono andare all’estero a studiare o a lavorare comunque a cercare stimoli.
Siamo nel paese più bello del mondo e i nostri figli ci vedono solo come meta per le loro vacanze.
Dovresti sentirti un fallito, depresso e inconcludente. Tu con i tuoi drammi calcistici, tu con i tuoi politici corrotti ad ogni livello, tu con la convinzione che le tasse compensino le tue mancanze, tu che ti gongoli del primato di auto blu, tu che pensi di coltivare buonismo accogliendo immigrati da tutto il mondo senza accorgerti che stai rovinando la vita a noi e anche a loro con false speranze, ti prego puoi smetterla di pensare che gli adolescenti di oggi siano disadattati in cerca di una luce? Loro possono illuminare a costo zero tutto lo stivale e oltre con l’energia naturale che producono. Tu pretendi la nostra fiducia ma non sei in grado di concederne nemmeno un flaccido brandello.
Caro Stato Italiano, la rete oggi ci presenta un articolo a schermo gigante sulle dimissioni di Tavecchio e un piccolo trafiletto sulle violenze subite dal popolo nord coreano per mano di un dittatore del nostro tempo. Penso esattamente che questo atteggiamento sia lo specchio di ciò che sei. Per dirla in maniera chiara e riconoscibile alla Brian De Palma, solo chiacchiere e distintivo.
Non mi fido di te, non mi fido di come stai gestendo le informazioni che mi trasmetti, di come vorresti gestire il tempo dei nostri figli, del tuo modo di fare ridicolizzato in tutto il mondo. Per favore non farmi la morale e limitati a trasmettere dati ai nostri giovani cercando di stare al passo e viaggia in fibra ottica perchè l'adsl è paleolitica.
by
Monica Brini
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