Come vi ho già raccontato, la visita nel Collio di qualche tempo fa è iniziata con una sosta a Susegana, un piccolo paese vicino a Conegliano, ospiti della Cantina Collalto da sempre una delle più antiche e importanti realtà vitivinicole della Provincia di Treviso.
Arrivati in cantina siamo accolti da Leonardo Ricci, responsabile commercialde dell’azienda. Una persona incredibilmente cordiale, solare, dall’aria affabile, gentile e disponibile. L’occhiale da vista dalla montatura estrosa e colorata denota una certa sensibilità e cura di sé, così immagino del suo operato. L’imponente presenza fisica mi fa pensare a lui come un goliardico buongustaio, amante dei piaceri terreni della vita. Il costante sorriso sulle labbra lo rende inoltre particolarmente simpatico. Dopo una breve chiacchierata di convenevoli e piacevoli parole scambiate, ci introduce Mirco De Pieri, l’agronomo, che ci propone un giro tra i vigneti a bordo di una Jeep Willis della seconda guerra mondiale.
Mirco De Pieri e Mauro Bettoni contrattano la gita sulla Willis |
Non possiamo rifiutare. L’offerta è alquanto insolita e la Willis, seppur scomoda oltre ogni immaginazione, è invitante. L’aria è calda tra i capelli e agganciati ad ogni appiglio possibile cercando di cavalcare lo storico mezzo privo di ammortizzatori utili, al fine di evitare secche botte porta lividi al nostro “derrière”, entriamo mesti tra i sentieri tracciati a lato dei vigneti di glera, il principale vitigno del Prosecco.
Mirco ci illustra con orgoglio ettari di vigna curata al pari di un giardino botanico e qui scopro l’esistenza dell’Incrocio Manzoni. Ribadisco il concetto che non sono un tecnico del vino pertanto questa definizione di per sé mi sembra già abbastanza ridicola anche perché da profana associo immediatamente Manzoni ad Alessandro e i Promessi Sposi e l’Incrocio non mi torna in nessuna maniera. Mirco mi illumina. Tale Porfessor Luigi Manzoni famoso ricercatore e Preside della Scuola Enologica di Conegliano nel corso degli anni ’20 e ’30 utilizzò le vigne della Famiglia Collalto per le sue sperimentazioni viticole. In pratico accoppiò due tipi di vitigni per realizzarne uno, più particolare. Una tra le migliori combinazioni realizzate è l’Incrocio Manzoni 6.0.13 un incrocio tra Riesling Renano e Pinot Bianco. Wow.
Completamente rapiti dalle parole di Mirco non ci siamo resi conto che da venti minuti siamo fermi sul sentiero, sotto il sole cocente, con il cambio della Willis bloccato in seconda. Adoro le auto d’epoca. Mirco non si è scomposto minimamente, racconta e aggeggia con estrema disinvoltura e calma. Fino a quando non decide di ripartire in seconda e rimanerci fino al rientro in cantina. Salutiamo Mirco e lo ringraziamo per il brivido che ci ha regalato e soprattutto per i suoi preziosi interventi tecnici.
Tiziano Vistalli e Mauro Bettoni felici di essere sopravvissuti |
Lì ci attende una gentile signorina che ci invita a seguirla per un piccolo percorso in cantina. La Famiglia Collalto ha iniziato l’attività di vinificazione nel Medioevo all’interno delle mura del Castello San Salvatore poco lontano dall’attuale sede inaugurata nei primi del novecento realizzata dall’ingegner Carpenè Malvolti.
Ingresso della Cantina Collatlo |
E ora, finalmente, ci raggiunge Mr Ricci per una breve e gratificante degustazione dei loro vini. Entriamo in una sala enorme ci sediamo attorno ad un lungo tavolo e dopo soli cinque minuti ci troviamo davanti ad una decina di bottiglie aperte con altrettanti bicchieri. Io amo le bollicine, mi mettono allegria. Questo è il mio paradiso. L’unico problema è che al secondo sorso mi stendono e in questo caso ho dovuto trattenermi, parecchio.
Pinot Grigio di Collalto degustato in cantina |
Il passo è breve. Di lì a poco stiamo parlando di cibo, di una bella cenetta che ci attende, di un ristorantino descritto in modo appetitoso da Mr Ricci e qui trapela chiaramente la sua vera passione: la cucina. Abbiamo cominciato a parlare di ricette di piatti stuzzicanti, di dolci e infine di gelato. E’ così che abbiamo scoperto che l’indomani mattina nella sua cucina segreta nella sala a fianco, avrebbe preparato il gelato al limone. Ci ha descritto nei minimi particolari tutti i passaggi per non deludere gli amanti di questo prezioso piacere per il palato. Già ne pregusto l’acidità estrema ed il freddo intenso.
Manca poco all’ora di cena quindi decidiamo di andare al nostro alloggio per una rinfrescata veloce.
Alloggio un cavolo. Mr Ricci ci ha riservato un appartamento all’interno delle mura del Castello San Salvatore in cima alla collina.
Torre del Castello San Salvatore |
Lo stesso che svetta sopra ad ogni costruzione nel raggio di chilometri, lo stesso che, legato da sempre alla Famiglia Collalto, resiste imponente e regale dal lontano XII secolo.
Solo alcuni giorni fa mi trovavo a leggere libri e articoli sui Templari e mi sento tremendamente eccitata all’idea di dormire in un luogo potenzialmente vissuto da qulacuno di loro. Sono curiosa, molto curiosa così inizio a gironzolare attorno al castello in cerca di segni illuminanti. La costruzione è favolosa. La parte originale, quella della torre è come avvolta da un alone di magia storica. Non impiego molto a scoprire che la magia storica c’è veramente e si chiama Bianca di Collalto. Un’ancella murata viva nella torre a causa della gelosia della sua padrona. Il suo fantasma si manifesterebbe ai parenti della Famiglia Collalto per annunciare gioie e catastrofi. Lo sapevo, non esiste castello senza mistero.
Panorama dal Castello di San Salvatore |
E’ ora di svelare il mistero del ristorantino proposto da Mr Ricci, così ci rechiamo all’appuntamento e insieme raggiungiamo Casa Coste locato nella collina difronte al Castello dimora del nostro alloggio.
Le nostre aspettative non rimangono affatto deluse anzi ci troviamo subito a nostro agio accomodati al tavolo con vista sul castello al tramonto che ci hanno riservato. La nostra degustazione dei vini di Collalto continua. Inziamo con un aperitivo e qui libero la seconda scoperta del giorno: il Verdiso. Trattasi di un vitigno autoctono della provincia di Treviso a bacca bianca che per le sue caratteristiche rientra nelle composizioni del Prosecco DOC e nella realizzazione degli spumanti. E’ leggermente acidulo e non particolarmente alcolico, solo 11,5°, fresco e piacevole. La cena trascorre tra vini strepitosi, cibo delicato e gradevoli chiacchere e senza accorgerci del tempo trascorso è ora di scegliere il dolce. Mr Ricci non lascia che la cameriera ci porti il menù dei dolci e con voce fragorosa e oltre ogni convinzione dichiara: “Per dolce portaci la Coppa del Mondo”. A questo punto non sappiamo bene cosa dovrà succedere ma l’aspettativa è alta, molto alta, mondiale direi. E così sia. Ignari di quanto sta per accadere ci lasciamo travolgere da questo piatto sublime, vincitore del secondo posto assoluto al XII Mondiale di Pasticceria di Lione. Lo chef Domenico Longo, a capo della squadra italiana ha vinto la medaglia d’argento con un dolce gelato dagli abbinamenti apparentemente inadeguati in realtà sorprendemente in simbiosi tra loro. Grazie Mr Ricci.
Tiziano Vistalli e Mauro Bettoni felici e soddisfatti |
L’indomani ripartiamo alla via del Collio con un bagaglio di piaceri e misteri oltre ogni comprensibile aspettativa.
Info:
Cantina Conte Collalto: www.cantine-collalto.it.
Ristorante Casa Coste: www.casacoste.it.
Castello San Salvatore: www.castellosansalvatore.it.
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