Londra: Horse Guards Parade |
Questa mattina sono molto eccitata per la nostra partenza da
Parigi per Londra con il treno. Non si tratta di un treno qualunque ma
dell’Eurostar che percorrerà il tunnel della Manica per circa 39 Km a 45 metri
sotto il livello del mare. Immaginavo fosse un’esperienza indimenticabile e le
mie aspettative sono, come sempre, fuori dalla norma. Già mi vedo mentre
socializzo con deliziosi pesciolini che volteggiano davanti ai finestrini. In
realtà la partenza all’alba dalla Gare du Nord mi ha talmente scosso che a
dieci minuti da Parigi già dormo. L’intero tragitto dura non più di un’ora e
mezza dei quali all’interno del tunnel, appena 20 minuti. Mi sveglio alla
stazione di Londra St.Pancras. Ecco non ho visto un bel niente, percepito
ancora meno e per di più, niente pesci.
Comunque sono a Londra la città più cosmopolita d’Europa.
Moderna e conservatrice, tradizionalista e all’avanguardia allo stesso tempo.
Amo questa città e le sue contradizioni. La trovo sempre fonte di grandi
stimoli. Lo spirito della nostra vacanza, il leitmotiv che da Parigi ci
perseguita però è sempre lo stesso: dolce dormire.
Così, appena lasciati i bagagli in albergo, facciamo, giusto
una passeggiatina a St. James Park. Questo parco è davvero rilassante, pulito,
ordinato, un’oasi ideale per una varietà infinita di piccoli animali e uccelli.
St. James Park: incontri ravvicinati |
Dai pellicani agli scoiattoli che sfacciatamente si avvicinano senza timore e
ti rubano il cibo dalle mani. Inoltre non potete immaginare cosa abbiamo
trovato, proprio lì, davanti ai nostri occhi, come ci aspettassero. Delle sedie
a sdraio, completamente vuote e libere. Paghi solo 1,5 sterline per due ore di
sano riposo all’aria aperta. Come non approfittare.
St. James Park: meritato riposo |
Due ore di dormita da
recupero per il mancato torpore da cuscino della mattina e tutto sembra più
fattibile. Vi proibisco di ridere ma la mia prima meta, al risveglio, è
senz’altro il negozio ufficiale di Buckingham Palace per acquistare il piatto
reale realizzato in occasione del matrimonio di William e Kate. Sì sono una
filo monarca o meglio, ho lo spirito di Cenerentola, l’aria sognante di Biancaneve e l’andamento stordito di Aurora ma l’indomita tenacia di Merida.
Tangibile il mio smarrimento alle parole della commessa: "Sold Out". “Ma come
sold out, sono venuta a Londra apposta per comprare questo cimelio e lei mi
dice che è terminato da un tempo ormai dimenticato”. Però c’è tutto quanto può
essere utile, oppure no, della Royal Baby Collection. Declino e opto per un
classico piattino della collezione reale. Per la mia prima colazione a Lamole è
perfetto. Ora, felice e trasognante con il mio sacchettino reale raggiungo uno
dei miei quartieri preferiti, South Kensigton dove ho scoperto alcuni
negozietti vintage, nascosti e incredibili per la varietà di capi che puoi
trovarvi.
Vintage a South Kensigton |
Un caffè da Cacciari’s e una cenetta a base di carne da Maxela in Old
Brompton Road in compagnia dei titolari di Vini Italiani, Matteo Berlucchi e
Bruno Cernecca, gradevoli ospiti di una serata piacevole e divertente. Vini
Italiani è un’azienda che importa, promuove e vende vini italiani. Non è solo
un gioco di parole ma è una realtà giovane e intraprendente presente in maniera
graffiante, in una città estremamente futuristica nella vorticosa gestione
della novità. Loro ci sono e ogni giorno, sempre più visibili, grazie alle numerose
iniziative che svolgono all’interno dei loro accoglienti spazi, per destare
curiosità nei confronti di un prodotto apparentemente inflazionato.
Davanti ad
una bottiglia di Pinot Nero dell’Alto Adige abbiamo sciolto ogni dubbio: Londra
è fantastica perché permette alla brillante genialità degli italiani di gestire
i loro progetti in maniera più immediata e gratificante.
Salutiamo i nostri amici perché per domani abbiamo un
programma curioso e bizzarro.
Sveglia presto, molto presto. Dalla stazione di Waterloo in
direzione Salisbury per visitare Stonehenge.
Pullman navetta Stonehenge Tour da Salisbury |
Ho sentito parlare di questo luogo un’infinità di volte, ho
letto molto riguardante lo strano mistero dello spostamento di questi pietroni
a tal punto che una volta lì, mi sembrava di esserci già stata.
Stonehenge |
Le pietre non
sono così alte come pensavo, mi sembra tutto ridimensionato rispetto al mio
disegno immaginario. Sta di fatto che ho come la sensazione di essere in mezzo
al nulla imprigionata in un’epoca troppo lontana persino per definirla. Sono lì
davanti a questi monoliti nel tentativo di capire come possono, delle pietre in
gres di quelle dimensioni aver percorso 30 Km nel 2500 a.c. o ancor peggio, nel
caso dei pezzi di dimensioni inferiori, 200 Km. Se è vero che il nome
Stonehenge significa pietre sospese può essere altrettanto vera la teoria
secondo la quale Mago Merlino diresse magicamente l’intero sito, costruito in
Irlanda dai Giganti che portarono le pietre dall’Africa. Se così non fosse,
ammettendo per assurdo che le pietre in qualche modo sono riuscite ad arrivare
proprio lì ma c’era proprio bisogno di fare quella faticata per costruire
un calendario. Poi, scusate ma a quell’epoca il calendario a cosa gli serviva,
non avevano altri problemi?
Stonehenge |
Insomma sono partita con questo dilemma nel cuore e per
rimanere ancorata a questa fantasia fluttuante decidiamo di fermarci una notte
a Salisbury dove troviamo ad accoglierci la Cattedrale della Beata Vergine
Maria detentrice di alcuni record assai singolari: la guglia visitabile più
alta del Regno Unito, il chiostro e recinto più grande del paese e inoltre
conserva il più antico orologio del mondo oltre ad una delle quattro copie
originali della Magna Carta. Insomma non un posticino qualsiasi. Troviamo
dimora in una locanda sita sopra ad un pub nella quale stasera si esibirà una
cantante jazz-pop. Speriamo non urli! Per la cena abbiamo decisamente scovato
un ristorantino country chic dove trascorrere una serata post incontro
inspiegabile. Da Cranes Wine Cafè. Non
ricordo esattamente cosa ho mangiato ne tanto meno se ho gradito ma ho bene in
mente la calda atmosfera dalla luce eccessivamente soffusa, a rischio siesta
improvvisa e gli ottimi dolci. La mattina seguente rientriamo a Londra. Ora
basta campagna abbiamo bisogno di vera e tangibile confusione per riconciliarci
con questo paese.
Tra un trasferimento ed una passaggio in metropolitana siamo
giunti in centro proprio nell’ora di punta ovvero nel momento esatto in cui gli
uffici e i negozi chiudono e per i londinesi inizia il week-end con l’Happy Hour. In
sostanza c’è una confusione indicibile e una serie di agglomerati di persone in
preda a delirio da, bevo ogni cosa tanto domani dormo. Noi decidiamo di
mischiarci e ci accomodiamo per una fugace libagione da Antidote vicino a Carnaby
Street. Dobbiamo fare veloci perché abbiamo i biglietti per un musical: Billy
Elliot al Victoria Theatre.
Locandina Musical a Victoria Theatre |
Arriviamo in teatro giusto in tempo per un caffè. I
nostri posti sono posizionati in galleria pertanto gli stuard ci indicano le
scale. Saliamo, saliamo e saliamo ancora fino all’ultimo piano. Ci sembra di
essere giunti nell’Olimpo e prima di superare le fameliche tende rosse siamo
incerti se riusciremo a vedere qualcosa o meno. La sorpresa è strabiliante
quando ci rendiamo conto che il teatro di sviluppa proprio in altezza e non in
larghezza pertanto noi siamo in alto ma praticamente sopra al palco. Che buffo.
E’ strapieno di ogni genere di persone e paese: gruppi di amici, fan degli
attori, famiglie intere, coppie e coppiette, turisti giapponesi, indiani,
italiani, tutti certi di riuscire a comprendere qualcosa, tranne noi. Appena si
apre il sipario nell’aria si respira un’energia contagiosa indimenticabile.
Canti, balli battute, risate. Avrò capito il 25% delle velocissime parole
recitate ma ho fatto un sacco di risate. Considerando che per fortuna trattasi
di una storia che ho visto e stravisto grazie alla passione per la danza di mia
figlia, conosco ogni battuta del film. Di certo questo mi ha aiutato. Uno
spettacolo pazzesco.
E per domani, arte alla Tate Modern.
Millenium Bridge |
Attraversando il torbido Tamigi percorrendo il Millenium
Bridge non riesco a non pensare alla scena nel film di Harry Potter nella quale
i Mangiamorte scendono furiosi dal cielo e lo spezzano in due parti gettando
terrore tra gli ignari passanti. Indenni, raggiunta la sponda di Bankside, ci
troviamo davanti all’ingresso della Tate Modern. La Tate Modern è una galleria
d’arte moderna realizzata all’interno di una vecchia centrale termoelettrica
conservandone fascino, maestosità e storia. Gli spazi adibiti all’esposizione
sono vastissimi e conservano una serie di opere facenti parte della collezione
permanente oltre a dedicare ben due piani alle numerose esposizioni temporanee
che si svolgono durante l’anno. In perfetto stile inglese l’ingresso è
gratuito, paghi solo le mostre temporanee. Sono stata rapita da questo
saliscendi, dentro e fuori d’arte per un tempo interminabile.
Veduta sul Millenium Bridge dall'ultimo piano della Tate |
Tutta questa arte mi ha messo appetito |
Ora c’è bisogno
di un riposino e non c’è niente di meglio di uno sdraio a Regent’s Park. Detto
fatto. Domani sarà l’ultimo giorno e se vi dico Arsenal a cosa pensate?
Ecco, proprio quello.
See you tomorrow.
Divertene e sincera cronaca . Mi piacciono le foto e quei commenti che s'intuiscono fra le " righe " . Sicuramente io tornerei a Londra e tu?
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