Nessuno dovrebbe morire di morte violenta per aver disegnato o scritto qualcosa, quindi per aver espresso un proprio pensiero.
Fino a qualche giorno fa non sapevo nemmeno dell'esistenza di Charlie Hebdo non credo per ignoranza direi piuttosto per puro disinteresse. Non amo particolarmente la satira o meglio non amo certi tipi di satira. Dopo aver letto o sentito o visto un episodio di satira dovrei sorridere, magari sorprendermi, a volte dissociarmi, senza dubbio riflettere. Pur non amandola mi aspetto questo dalla satira, una visione estremizzata che mi porti a fare una riflessione in maniera divertente e consapevole.
E' così che la satira diventa la più grande dimostrazione di libertà di espressione.
E questo è ciò che mi sento di difendere.
Non credo che Charlie Hebdo in quanto prodotto satirico, autodefinendosi, in copertina, giornale irresponsabile, si possa identificare nella fantasia umoristica sopra descritta. Un giornale che stampa un milione di copie oltre alla diffusione planetaria sul web, non dovrebbe autodefinirsi irresponsabile. Un irresponsabile è chi agisce con incoscienza e non si considera responsabile di ciò che compie. Come posso pensare che un giornale che ha pubblicato blasfemie di ogni genere non si consideri responsabile? Molti anni fa queste persone venivano considerate eretiche e messe al rogo, oggi accusate e uccise con il kalashnikov. Il mondo non cambia un granchè magari si evolve.
Ciò nonostante difendo fortemente il loro diritto di libertà, quindi anche la libertà di pubblicare blasfemie.
Dopo il 7 gennaio ho voluto sfogliare alcuni numeri di Charlie Hebdo. Il sentimento che mi assaliva sempre di più era la tristezza alternata al disdegno, sicuramente poco riso.
Ma questo è solo il mio pensiero. Non prediligo la satira, non apprezzo il lavoro di Charlie Hebdo, non lo leggo e non lo compro.
Per questo motivo non mi sento rapprensentata o rappresentante di così tanto disprezzo.
Al contrario mi sento comunque un essere umano libero esattamente come Charb, Cabu, Tignous, Philippe, Georges, Bernard, Michel, liberi di disegnare e scrivere, come Ahmed e Franck, gli agenti della polizia, liberi di fare il proprio lavoro, come la donna ospite in redazione, libera di esserci, come gli ostaggi del supermercato, liberi di fare la spesa.
Questa sono io: JE SUIS LIBRE.
E questo difendo. Tutto il resto è politica estremizzata e controllata ovvero guerra 2.0.
Quando esplicitamente un popolo proclama di non riconoscere la Dichiarazione universale dei diritti dell'Uomo ma di attenersi solo ed esclusivamente ad una successiva versione chiamata Dichiarazione Islamica dei diritti dell'Uomo di cui vi invito a leggere le eloquenti differenze dei paragrafi relativi alla libertà di espressione, non c'è altro da aggiungere.
I terroristi non sono islamici, francesi, americani, arabi, cinesi, coreani, non sono religiosi, sono solo terroristi e come tali vanno considerati, soldati mercenari del nostro tempo.
Morale: leggerò il Corano perchè voglio vedere con i miei occhi in quale versetto è esplicitamente indicato di uccidere in nome di Allah, ovvero in nome di Dio. Quello stesso Dio che ha utilizzato l'Arcangelo Gabriele per annunciare a Maria che sarà presto la Madre di Gesù e per fare da tramite tra sè e Maometto.
Puoi credere o non credere ma non puoi utilizzare come pretesto due versioni dello stesso messaggio di amore e pace per farne un arma contro l'umanità. Le Crociate hanno lasciato un segno indelebile su tutti noi e forse non sono mai finite.
Nel frattempo per godere di una leggera sarcastica satira dagli Sgommati:
http://video.sky.it/skyuno/gli-sgommati/gli_sgommati/v153522.vid
e dal Vernacoliere:
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