Questa mattina, intenta a scivolare delicatamente tra le
parole dei miei scritti, ho subìto un’invasione di pensieri reali che hanno
catturato la mia attenzione e ho iniziato a riflettere a penna sciolta. La
società di oggi sembra concentrata a destabilizzare la luminosità dei nostri
giovani. Bombardamenti di negatività da ogni lato, angolo e anfratto
raggiungono le loro ancora fragili personalità. Se non rientri nei parametri
standard creati da una jurassica generazione di superate menti, sei
automaticamente un divergente ovvero un temibile alieno. Se non studi almeno
quattro ore al giorno sei un lavativo, non conta il fatto che la tua mente è
talmente dinamica da permetterti di assimilare più velocemente di chiunque
altro; se hai accumulato più di 35 giorni di assenza da scuola non sei ammesso
all’esame di terza media, non conta il fatto che hai utilizzato quei 35 giorni
per viaggiare, visitare musei, parlare con gente di altri paesi, condividere e
aprire la mente; se hai una passione che impegna tutto il tuo tempo extra
scolastico sei un’infoiato, non conta se la tua passione è una disciplina che
ti permette di vivere intensamente ogni momento della giornata coltivando un
obiettivo concreto; se esprimi le tue idee e parli di politica, futuro
professionale, prospettive, guerra e hai solo 13 anni, non sei preso in
considerazione perché è luogo comune che tu non sappia quello che dici.
Il risultato è una nuova generazione di insicuri, di ragazzi
che studiano senza motivazione perché viene ripetuto loro che "tanto non c’è
lavoro", coltivano le proprie passioni senza speranze, perché viene ripetuto
loro che "tanto non ce la faranno mai". La realtà è che questa società non è più
all’altezza per supportare il capitale del nuovo genere umano. Non
dimentichiamo che gestire un insicuro è molto più semplice che gestire un
divergente soprattutto per chi non si sente al pari; il vecchio è rassicurante,
il nuovo è un’incognita; il normale è tranquillo, il diverso è da temere, questo
ci è stato inculcato da chi ha governato il nostro paese e il nostro tempo fino ad oggi.
I giovani, i poco più che bambini di questo millennio, sono un
potenziale di luce abbagliante ancora inesploso. Potenziale che non possiamo
far finta di non vedere o ancor peggio sopprimere con secchiate di negatività.
Hanno il diritto di esprimersi a modo loro e di
costruirsi un futuro migliore anche se diverso da quello che noi abbiamo
pensato per loro.
Come toglierli dal mare di insicurezza in cui la società li
ha spinti? La parola chiave del giorno è motivazione.
Ed ecco che compare una nuova esigenza necessaria per la
maggior parte di loro, forse anche di noi: una guida motivazionale. Ovvero
qualcuno che gli faccia capire come far esplodere il nucleo che è in loro. A
volte basta un gesto, una parola, una frase per accendere la giusta
motivazione per continuare a lottare, a studiare, a credere in un progetto di
vita soddisfacente e gratificante, a credere in loro stessi.
Sembra impossibile che possa servire uno figura del genere
nel panorama delle conoscenze dei nostri ragazzi quando una volta i nostri
genitori o i nostri nonni dovevano legarci per eccesso di esuberanza, eppure le
frustrazioni del nostro paese hanno prodotto Parmiggiano Reggiano, Culatello di
Zibello, Chianti Classico, Geni Inespressi, esportati in tutto il mondo.
E l’Italia?
E’ una meravigliosa meta per le prossime vacanze
culturali.
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