Ancora intorpidita dall’inaspettato calore svedese, cerco
con accanimento di trovare un difetto a questo popolo che ha trasformato la
fika nel più comune rituale quotidiano ovvero, una pausa caffè.Volo Lufthansa via Monaco, puntualissimo e privo di
sobbalzi. Atterrati all’aeroporto di Arlanda abbiamo preso il comodissimo treno
Arlanda Express che in 20 minuti esatti ci accompagna in centro città. Hotel di
catena, strategico ed essenziale. Dopo aver letteralmente lanciato le valige in
camera, abbiamo rispolverato la metodica vintage della cartina alla mano e ci
siamo addentrati nei vicoli di questa splendida città. Non è freddo quanto
immaginavo ma alle ore 15,30 il sole tramonta e si accendono le prime timide
luci di Natale.
E’ la mia prima volta a Stoccolma e superato il ponte che ci
separa da Gamla Stan, la città vecchia, guardandomi attorno, capisco subito che
tre giorni non basteranno assolutamente. Stoccolma non è una città qualunque,
non ne esiste una simile. La chiamano la Venezia del Nord ma no, decisamente
non ha niente a che fare con Venezia se non per la costante acqua che la
circonda. Si sviluppa su 14 isole e ognuna di esse potrebbe essere considerata
una meta a sé per una vacanza.
Ogni isola è un mondo a parte e merita tempo e
attenzione per viverle perché visitarle non vi basterà. La natura è una
costante prorompente, i grandi parchi in questo periodo, sono avvolti da una
miriade di sfumature di arancione e giallo, ricoperti da tappeti scricchiolanti
di foglie adagiate su prati assopiti. Consapevole che non potrò godere di ogni
offerta che questa città mi propone, il giorno seguente decido di sfruttare
l’unico mezzo possibile per avere una visione rapida e completa di ciò che non
potrò vedere, il City Sightseeing Hop On Hop Off.
Dopo aver goduto di una
panoramica durata un’ora circa ho dovuto scegliere cosa approfondire. Per farlo
decido di confondermi con la gente del posto e mi insinuo nelle loro abitudini
facendole mie e quindi Fika sia. Non sto scherzando o meglio non più del
solito. In Svezia Fika significa prendersi una pausa e lo fanno spesso con un
caffè molto simile ad un caffè americano. Lo fanno nel Fikarum con una Kopp
Fika accompagnato spesso da un dolce o un biscotto al ginger. Ci sono una
miriade di piccoli locali dove realizzare questo rito e io ne ho scovato uno
molto simpatico all’ultimo piano di Ahlens uno dei grandi magazzini più
forniti, una sorta di Rinascente dove trovare moda, cartoleria, scarpe e
oggetti per la casa. Puoi acquistare uno strofinaccio per la cucina e dopo
l’arco entrare nell’area ristoro, molto accogliente e familiare dove occupare
una tua poltroncina con tanto di cuscino colorato, sceglierti una tazza dallo
stile prettamente nordico, un biscotto al cocco, morbido e riconoscibile e sederti.
Assaporando la mia pausa ho notato che ero circondata da coppie giovani con
bambini, tanti bambini, una media di due o tre a famiglia, tutti biondissimi,
dalle gote rosse e i nasini all’insù. Ho notato anche, non senza stupore, che
tutti erano molto sereni, felici, sorridenti, nessuno dallo sguardo cupo,
triste, nessun urlo a bambini indisciplinati, nessun atteggiamento di stizza
con la moglie o fidanzata. Un Dna pazzesco….ho pensato. E se è vero che una
nazione è grande in funzione dell’attenzione che rivolge ai propri figli e
giovani adulti, allora la Svezia è immensa. Sapevate che la Svezia è stato il
primo paese a vietare le sculacciate rendendolo un reato? Sapevate che in
Svezia entrambe i genitori godono di un congedo parentale pagato, pari a 480
giorni per ogni bambino, da utilizzare prima del compimento dell’ottavo anno di
età? Successivamente ho scoperto anche che il sistema scolastico svedese è un
modello che senza dubbio contribuisce all’armonia di questo paese: l’istruzione
è gratuita e anche gran parte del materiale didattico, è bilingue, la Scuola
Materna parte da 1 a 5 anni, la Scuola Pre-Elementare a 6 anni, la Scuola
dell’Obbligo dai 7 ai 16 anni con 9 diversi livelli di studio, la Scuola
Superiore o Ginnasio dura 3 anni fino a 19 anni, l’Università ha una durata
variabile da 2 a 5 anni. Vivono la scuola in maniera quasi familiare. Sembra
anche un popolo alquanto goliardico che ama divertirsi a tutti i livelli.
Sabato pomeriggio gironzolando nella Piazza di Sergel Torg, nella zona centrale
di Norrmalm sento un gran fracasso di camion con un pazzo che urla al microfono
parole per me incomprensibili. Non ho capito niente ma i camion hanno
cominciato a scaricare cumuli di neve fresca lungo le scale che scendono al
piano interrato del piazzale. Ho pensato che fosse una protesta di pazzoidi
contro la monarchia in realtà dopo poco hanno radunato migliaia di persone
attorno ai cumuli di neve e hanno dato inizio ad una gara di Snowboard
Freestyle durata fino a prima di cena. Dopo la premiazione in men che non si
dica è sparito tutto, gente e cumuli di neve.
Al termine della mia pausa caffè e delle mie riflessioni
decido che non riuscirò a visitare il Palazzo Reale, il Municipio, il Museo
degli Abba e il Parco di Skansen a favore di una rilassante pausa all’isola di
Skeppsholmen e al Moderna Museet e una turistica passeggiata a Gamla Stan dove
nella storica Piazza di Stortorget assaporo la vittoria dei Premi Nobel al
Nobel Museet.
Gamla Stan: Piazza di Stortorget |
Gamla Stan: Nobel Museet |
Non ho preso nemmeno uno dei numerosi battelli che garantiscono
tour e collegamenti tra le isole, non ho mangiato nemmeno una famosissima
polpetta svedese ma ho bevuto un drink con addosso un palandrano termico nel
famoso Ice Bar a -7°. E’stata una
delle esperienze più gaciali della mia vita. Paghi € 20 compresa la
consumazione entri in un piccolo luogo pari ad un igloo, al piano terra di un
hotel, ti servono in un bicchiere di ghiaccio stile Brancamenta, una bevanda
alcolica a tua scelta la cui costante è senza dubbio un 80% di vodka pura. Se
vi dico che sono uscita cantando ci credete? Dovreste proprio! Non ho visto
tutto ciò che avrei voluto vedere ma ho di sicuro assaporato con grande
curiosità una città che merita una pausa estiva.
Isola di Skeppsholmen: Modern Musee |
DESIGN
Stoccolma è da sempre fucina del design europeo. In realtà questo è il vero motivo del mio viaggio. Dicesi ricerca di ispirazione o stimoli. Sono nel luogo giusto. Si respira design ovunque. Un design lineare, essenziale, utile, ecologico, brillante, giovane.
Decine e decine di store dedicano spazi immensi all'esposizione di oggetti di design accessibili a tutti. Direi che le parole di riferimento sono proprio, giovane e accessibile. I giovani design hanno veramente la possibilità di esprimersi perchè questo tipo di arte è riconosciuta e rispettata anche a piccoli livelli quindi accessibili. L'oggetto di design è spesso offlimit per la maggior parte dei comuni mortali che vengono catalogati senza gusto solo per il fatto che non hanno grandi risorse economiche da spendere. Poi arriva il Signor Ikea e insegna a noi italiani, cittadini della patria del Made in Italy, che il buon gusto risiede in molte più persone di quelle che l'esclusivo può soddisfare. Ed ecco che le nostre case di riempiono di bianco, di sobrietà nordica. Adoro il contrasto tra la ricchezza mediterranea delle nostre città d'arte e la sobrietà nordica delle case dei nostri giovani. Trovo che ci sia un chè di estremamente europeo. Non devo nemmeno dirvi che sono rientrata a casa colma di idee, conferme e ottimismo.....male che vada posso sempre andare a vivere a Stoccolma :)
Domani parto, mi godo l'ultima serata e una cenetta a base di pesce...freschissimo poi camminando lungo la via centrale in direzione dell'hotel mi giro due volte per essere certa di aver letto giusto. Sulla vetrina di un negozio c'è scritto Sticka. Degno finale per una breve ma intensa fuga in questa vivacissima città dove tra Ficka e Sticka c'è un mondo da scoprire.
Dedico questo post ai miei amici svedesi. Grazie per i momenti trascorsi insieme. Spero di tornare molto molto presto.
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