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RACCONTO DI DANZA: #Danzainfiera 2017


Ore 6.00 Mamma muoviti siamo in ritardo.
Amore mancano tre ore e mezza alla lezione di danza, direi che anche andando a piedi abbiamo una possibilità di arrivare in tempo.
Sì ma devo essere lì prima.
Ti hanno ingaggiata per pulire i corridoi?
Giorno 2 Danza in Fiera Firenze. Inizia così una normale giornata in casa Vistalli dove malgrado tutto si respira danza fin dalle prime ore del mattino. Chi conosce l'argomento non ha difficoltà a credere che prima di un evento di danza contano solo due cose, la crocchia e/o chignon e la scelta del body. Per fare una crocchia perfetta ci vuole, no scusate la crocchia perfetta non esiste. Questo mi fa pensare che le probabilità sono sostanzialmente due. O io ho seri ma dico seri problemi di vista, o essendo la danza un mondo alieno, i ballerini godono di una particolare percezione visiva che viaggia su parametri opposti ai miei. Opto per la seconda perchè ogni versione di acconciatura a me sembra sempre straordinaria soprattutto paragonata alle crocchie stile lumaca, o cipolla sospesa, o ananas rovesciato, che le aggeggiavo sul capo sin da piccola. A proposito di ciò lancio un appello alle scuole di danza affinchè prima di proporre alle giovani allieve il corso di trucco e parrucco, coinvolgano le mamme e le inseriscano nel percorso didattico delle figlie con un seminario specifico su crocchie e affini. Passiamo alla scelta del body, essenziale ai fini dell'esecuzione di una lezione, dice lei. Esiste il body che ti regge il seno quello che lo schiaccia e quello che lo valorizza, se ce l'hai, se non ce l'hai, è un altro problema. Esiste il body che ti accorcia o allunga le gambe, quello che ti snellisce o ingrassa, quello che ti mette in evidenza o quello che ti nasconde, quello con gonnellino o senza, quello accademico o di tendenza, insomma è la chiave di volta della giornata.
Non ti azzardare mai dico mai a consigliare una figlia nella scelta del body. Fallo solo se hai a portata di mano un caschetto, un giubbotto antiproiettile, ginocchiere e paragomiti, meglio anche una mascherina per gli occhi. Può succedere di tutto.
Giunte in fiera con un discreto anticipo ma fortunatamente non utile ai fini del collocamento sul campo per procedere alle pulizie dei locali, confuse nella marea di bipedi con crocchia che avanzano, raggiungiamo l'interno della fiera. A questo punto il panico vero. Sono circondata quasi ed esclusivamente da mamme. Voi non avete idea di cosa significa avere una figlia in un mare di figlie e mamme.
"Mamma mi tieni la borsa". "Mamma vieniiii". "Mamma mi mi passi l'acqua". "Mammaaaaaaa".
Continuo a guardarmi intorno a girarmi di qua e di là ogni volta che sento dire Mamma. Ho la testa che mi scoppia anzi si sta svitando lentamente e ad un certo punto urlo:
"Mamma chiiiii?"
A questo punto mia figlia mi prende per mano e mi parla con voce serena: "Mamma ma che dici, vieni dai andiamo non ti preoccupare non è niente." Non riesco a credere che mi stia rassicurando proprio lei Miss Agitazione.
Entra nella sala per la lezione. La docente è un'Etoile dell'Opera de Paris. Io, dietro ai vetri, a modi negozio di animali, la guardo con occhi trasognanti consapevole che: se la guardi, perchè mi guardi sempre con quella faccia, se non la guardi, perchè non mi guardi mai. Non so chi di voi ha avuto esperienze simili ma vi assicuro che dopo, esagero, 15 minuti che osservi, guardi e segui una lezione di danza classica alla sbarra, se sopravvivi hai le convulsioni da abbiocco che sommate alla pesantezza dell'aria circostante stracolma di odori infestanti fuoriuscenti dalle borse del gruppo di assatanate della danza, contribuiscono a creare quel cerchio alla testa, stile aureola diabolica che ti accompagnerà per tutto il giorno e oltre. Spesso non sopravvivi.
Decido di lasciarla nel suo mondo e di andare a gironzolare per la fiera. Mi imbatto nel padiglione a fianco dove si sta svolgendo una gara di ballo da sala. Attratta dai meravigliosi colori degli abiti fruscianti e dall'aggressività delle ballerine dei balli caraibici decido di sedermi e godere di quest'altro pianeta dell'affine galassia ballo.
Mi sono bastati pochi minuti per percepire dinamiche umanamente discutibili.
Sul tappeto, come lo chiamano loro, stanno esibidendosi tre simpatiche coppie di over - no anziani ma over - che competono per una finale. La prima coppia: lei ha un bellissimo vestito bianco con particolari verdi e lunghi nastri svolazzanti ai polsi, lui in tight nero e gilet tiratissimo le tiene le mani in attesa dell'attacco, quello giusto, per partire con uno splendido valzer viennese. Lei si avvicina tre o quattro volte sicura di aver udito il momento giusto nella traccia musicale per partire. Lui la fulmina con lo sguardo e la strattona facendole smorfie di disapprovazione. Lei infuriata dal suo atteggiamento, scostante e autoritario, mette il broncio. Da qui inizia il loro ballo. A metà esecuzione le si scuce una delle due bratelline color carne che tenevano unita la grande scollatura sulla schiena del vestito. Ora, lei è veramente infuriata e il valzer viennese, romantico e dolce, si trasforma in una sfida all'ultimo sangue con il partner. La seconda coppia: lei ha un abito a balze arancione. Già per questo la stimo molto. Indossare un abito lungo arancione con sfumature gialle è molto oltre le mie capacità. Non è propriamente aggraziata ma ride sempre e trasmette gioia. Lui, la gira di qua e di là d'altronde è alto il doppio di lei e non so nemmeno se si è accorto che spesso la solleva da terra come un manico di scopa. In compenso lei ride. La terza coppia è la mia preferita: lei ha un abito rosa fluorescente, sempre lungo e sempre frusciante. Lui è splendidamente vestito e maturo diciamo molto maturo. Per farvi capire meglio, al quarto ballo eseguito ho seriamente temuto per la sua salute. Lei ha un viso tra l'angelico e il diabolico con un sorriso stampato e una bizzarra molletta di strass da pre adolescente. Sono straordinari, volteggiano qua è là apparentemente con grande consapevolezza e si amano molto, signore come si amano, ogni pausa è buona per una coccola o un bacio. Che teneri.
Nel frattempo ai lati dell'improvvisata pista da ballo si preparano per la finale successiva, le coppie dei balli caraibici. Per farla breve ero decisamente distratta dal loro camminare avanti e indietro, dentro e fuori dai camerini, attirata dalla loro dinamica andatura. Uomini o donne non fa differenza, entrambe procedono con un passo davanti all'altro come se dovessero scavare un solco privato avanti a loro. Schiena, dritta, collo tirato, mento in avanti, anche ondeggianti e soprattutto broncio aggressivo. Il tutto condito da una carnagione rigorosamente abbronzata, palesemente artificiale e da vestiti cangianti stile guantino due taglie in meno, sprezzanti del rotolino strabordante. Per gli uomini pantalone standard ovvero importabilmente aderente, largo in fondo, nero e paiettes ovunque.
Ero lì da soli 10 minuti e mi sembrava di essere dentro un film di Tim Burton da ore.
Poi, finalmente, il colpo di scena. Intermezzo tra le due finali arrivano una coppia di ospiti che balleranno un meraviglioso Tango Argentino.
Lei, Alice, 21 anni, è una ragazza con la sindrome di Down, lui Gabriele, il suo fidanzato, pure.
Alice ha uno splendido vestito rosso e nero con gonna a balze e uno chignon basso con un enorme fiore di lato, lui in completo gessato e cappello da perfetto tanghero, avanzano l'uno difronte all'altro, lenti e precisi, occhi negli occhi fino a toccarsi e lì inizia una danza, la più bella che io abbia mai visto. Al termine dell'esibizione il pubblico è in piedi e con commozione corale applaude questi due splendidi ballerini che in barba all'egocentrismo che aleggia hanno emozionato con pochi semplici gesti, nessuno spacco vertiginoso o abito luccicante. Ho le lacrime agli occhi e il cuore gonfio di gioia. Tutti avrebbero dovuto assistere a questo momento magico per capire l'essenza della danza. Nessuno nasce ballerino ma se lo desideri più di ogni altra cosa al mondo devi farlo e superare i tuoi limiti.
Giorno 3 Danza in Fiera Firenze: si replica. Accompagno con la macchina la mia apprendista, perfettamente pettinata e dotata di body inappuntabile per la lezione di oggi, la scarico davanti alla fiera. Riparto. Punto.

Quando mi riprendo....vi avviso:)

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