Da quando ho pubblicato l'ultimo post su un libro letto è passato molto tempo. Ciò non significa che abbia abbandonato la mia attività di lettrice, anzi, significa che pur avendo letto molto ho dovuto attendere questo libro per ricevere un concentrato di emozioni tale da meritare senza ombra di dubbio una menzione di gran merito.
Di Concita De Gregorio conosco ciò che tutti sappiamo: nota giornalista toscana, vent'anni a "la Repubblica", direttore dell'Unità per un lungo periodo, conduce Pane Quotidiano su Rai Tre e pubblica numerosi libri.
Poi durante uno dei miei pomeriggi in libreria in perenne attesa di una figlia dai mille impegni, vedo questo libro e attratta dalla delicatezza dei due boccioli di rosa in copertina, lo compro.
I boccioli mi ricordano una delle rose che amo di più nel mio giardino, l'Alberic Barbier. E' una rosa francese dal colore panna, profumata, all'apparenza molto delicata ma ha molte spine e si arrampica in maniera sconsiderata, ha un gran temperamento e una resistenza non comune.
Inizio a leggere questo libro durante i giorni di vacanza estivi e capisco di esserne turbata nel momento in cui mi è chiaro che riesco a somatizzare l'angoscia di Irina, la protagonista. Leggendo pagina dopo pagina sento l'esigenza i fermarmi per distrarmi dal senso di oppressione che invade ogni canale utile alla respirazione.
Perdere un figlio per morte certa è un dramma, perderne due è una tragedia insuperabile ma perdere due figlie senza sapere cosa sia successo loro per mano di un ex marito suicida è molto di più per chiunque.
Irina è una donna di una forza straordinaria che vive tra razionalità e sofferenza, tra voglia di superare senza dimenticare e tormento, tra desiderio di risposte e inquietudine.
In questo libro c'è tutto ciò che passa nella mente di una donna che vive un trauma senza eguali perdipiù in un paese che non è il suo e che non è particolarmente famoso per la sua ospitalità anzi ha fatto della neutralità una bandiera morale.
Ho trovato alcuni aspetti di Irina molto affini come la necessità di elencare, nero su bianco. Anche io come lei quando devo mettere dei punti fermi ho bisogno di fare un elenco di cose: ad esempio un elenco di cosa mi fa felice, di cosa mi fa arrabbiare, di cose da ricordare o da dimenticare. Anche io come Irina quando devo dire a una persona qualcosa di molto intimo e profondo, ricercato o che in qualche modo mi tocca dentro, scrivo, una lettera, un biglietto, un messaggio, un libro.
Credo che in questo libro molte persone, con un animo vivo, possano ritrovarsi, in un pensiero, una riga, un'emozione, una parola.
Un centinaio di pagine da leggere tutte d'un fiato che non bastano mai. Appena terminato senti subito il bisogno di rileggerlo perchè temi di aver perso qualcosa. Qualcosa in cui specchiarti o che ti aiuti ad espellere un pensiero remoto. La sua angoscia diventa la tua, il suo modo di affrontarla ti appartiene e lo condividi.
Lo consiglio? Sì, sicuramente a tutti coloro che non temono vivere nella consapevolezza che qualcosa succede sempre. Qualcosa che cambia il corso degli eventi e tu non puoi farti trovare impreparato.
Grazie Concita, leggere questo libro è stato come parlare con me al difuori di me, surreale.
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