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#MONACODIBAVIERA: Danza, Brezn, Birra e Calcio



"Oltre 12 mila profughi sono giunti a Monaco di Baviera in questi ultimi giorni che ora rischia il collasso." Questa è la dichiarazione del Sindaco della città, disperato e affranto nell'appello agli altri paesi Europei per sensibilizzare una situazione ingestibile.
Però solo tre settimane prima noi eravamo lì, a Monaco, alloggiati per sette giorni in un albergo locato proprio all'uscita della Stazione Centrale di Haupbahnhof dalla quale oggi, fuoriescono flotte di migranti in transito verso un futuro. La scelta di Monaco di Baviera per le nostre vacanze estive è stata, come dire, forzata da uno stage di danza di Allegra presso il "Ballett-Akademie". Potendo scegliere, forse, non avremmo scelto questa meta, aggiungerei sbagliando perchè Monaco è o era, una città incredibilmente vivibile, molto europea, essenziale e abbastanza ospitale (su questo punto non mi sbilancio). Appena arrivati abbiamo preso possesso della viabilità familiarizzando con la Metropolitana perlopiù dotata di nuovi mezzi, comodi e 
spaziosi. 



Abbonamento d'obbligo e cena in ristorante tipico bavarese. Trovare un ristorante tipico bavarese a Monaco non è affatto difficile semmai liberarsene può essere una vera impresa. Tanto per entrare subito nella parte abbiamo scelto un locale tra i più storici del centro il Haxnbauer dove in vetrina rosolavano stinchi croccanti e fumanti dall'aspetto invitante. Nei giorni a seguire abbiamo provato anche lo Spatenhaus. In entrambe i locali non puoi fare a meno di cibarti di wurstell, stinco, crauti e Weissbier che in un certo senso abbiamo apprezzato ma già al secondo giorno l'astinenza da cibo genuino privo di bizzarre salse dal misto gusto, era assillante. I Brezn ci hanno salvato in più di un'occasione. Li adoro sono il giusto compromesso tra snack e baguette a volte troppo salati ma se li trovi ancora caldi sono una vera favola. Il terzo giorno abbiamo scoperto il Virtual Market non lontano da Marienplatz, tappa indispensabile per una visione culinaria del paese. Catalizzati dallo stand di Nordsee il cui slogan è basta salsicce solo pesce fresco, abbiamo trovato la nostra dimensione. 




Il quarto giorno l'esigenza pizza incombe, fortunatamente anche a Monaco esiste Vapiano già incontrato a Berlino. E' divertente, rapido, gustoso e con un rapporto qualità prezzo decisamente accettabile. Il quinto giorno era ora di confonderci con i residenti e per farlo abbiamo trovato il Ristorante Brenner il luogo mondano del momento dove tutta la città che conta si ritrova dall'aperitivo in poi. Vini non all'altezza, cuochi italiani al centro di isole dedicate in mezzo ai tavoli, un tantino caciaroni, molto ampio, tanta gente, necessaria la prenotazione, cibo discreto anche se decisamente caro ma il viavai è curioso e noi non siamo da meno. Il sesto giorno siamo perfettamente integrati peccato che il settimo siamo già in partenza.
Monaco di Baviera è anche una città culturalmente vivace e ricca di sorprese. Gironzolando per il centro, anche un pò annoiati dalle stesse vetrine di alta moda, tipiche delle città turistiche, finalmente ci balza all'occhio una grafica riconoscibile e dallo stupore restiamo senza parole. Al Kunsthalle c'è una mostra pazzesca di Keith Haring con tutte le sue immagini anticonformiste. Non ci poteva capitare di meglio. Fuori piove e non c'è tempo migliore per bearsi nelle sale satolle di Haring-graffiti. Tipo strano Keith ma se ami la grafica e hai fatto di essa la tua ragione di vita non puoi non apprezzare il lavoro di grande comunicazione che lo identifica. Al rientro a casa ho scoperto che proprio a Pisa c'è il suo ultimo grande murales, realizzato poco prima di morire nella parete esterna della canonica della Chiesa di San Antonio Abate, dal titolo Tuttomondo, niente di più attuale. Il restauro durato circa 4 anni è terminato proprio a maggio di quest'anno e oggi si può ammirare nella totale brillantezza dei colori tipici del tratto Haring. Voi credete alle coincidenze?






Ma non è tutto qui. A Monaco esiste la Kunstareal, una zona dei Musei dove si trovano la Pinacoteca Vecchia, la Pinacoteca Nuova e la Pinacoteca d'Arte Moderna. Un unico biglietto d'ingresso per visitarle tutte e tre. Gli stabili sono maestosi ed essenziali, poca apparenza e tanta sostanza. All'interno abbiamo trovato una splendida collezione di pittura fiamminga, francese, spagnola e qualche noto concittadino vedi Leonardo Da Vinci, Sandro Botticelli, Raffaello, Tiziano, Giotto, Canaletto e Palma il Vecchio. Opere del Romanticismo, Impressionismo e Art Nouveau. Ebbra della bellezza di questi straordinari dipinti esco decisamente sbronza dopo aver sostato per un tempo interminabile ma sempre insufficiente davanti ad un ritratto di donna di Renoir. 












Nella Pinacoteca d'Arte Moderna abbiamo conosciuto artisti mai incontrati come Zilla Leutenegger artista svizzera famosa per utilizzare diversi modi di espressione, video, audio, installazioni, disegno, animazione e performance per ritrarre un unico soggetto nell'intimità di una vita normale: Zilla stessa; una monografica di Paul Schneider Esleben l'architetto costruttore tedesco del dopoguerra con una riproduzione di tutti i suoi progetti più noti; una raccolta di Eadweard Muybridge che io adoro, fotografo del movimento, insomma un'intera giornata dedicata all'arte che aggiunta alla mostra sopra citata valeva già l'intera vacanza.
Però, tolta la ballerina, occupata tutto il giorno con la danza, in questa vacanza siamo rimasti in due. Io sono senza dubbio appagata così oggi tocca a lui: oggi è il giorno degli stadi di calcio. Raggiungiamo Olympiapark in direzione Olympiastadion. All'uscita della metro ci scontriamo letteralmente con il mondo BMW e siccome questa è la giornata al maschile all'unisono abbiamo deciso di entrare nel paese dei motori. 





Sostanzialmente sono tre enormi stabili, BMW Welt un enorme centro espositivo interattivo dove trovi tutti i prodotti BMW e puoi fare incontri imprevedibili come l'Isetta d'epoca che gira al tuo fianco a passo d'uomo o Tom Cruise che ti saluta dalla sua BMW M3 o ancora biciclette Mini da far invidia ai più stilosi ciclisti; BMW Werk la fabbrica e BMW Museum. Saturi di acciaio e motori raggiungiamo dopo una lunga passeggiata l'Olympiastadion. 






Inaugurato a Maggio del 1972 e costruito appositamente per le imminenti Olimpiadi dello stesso anno, innovativo per l'epoca ci appare statico, imbalsamato, attempato ma con grande dignità. Per entrare paghi un biglietto simbolico di 3 Euro ma non ti penti anzi ti sembra di essere esattamente sugli spalti delle Olimpiadi del 1972. Lo stadio gremito di gente urlante e festante, le stesse seggioline verdi, la copertura parziale, una giovanissima Ulrike Meyfarth vince la medaglia d'oro per il salto in alto mentre Heide Rosendahl conquista l'oro nel salto in lungo ma non solo, si conferma Re dei Giochi Mark Spitz dopo aver conquistato ben sette medaglie d'oro nel nuoto e fortunatamente tra la gioia di un popolo intero la Germania Hockey Team conquista il titolo e come se non bastasse si disputa il primo incontro di calcio tra la Germania dell'Est e la Germania dell'Ovest difronte a 80000 spettatori increduli, per non parlare dell'incredibile finale di Basket tra USSR e USA. Tutto questo ti appare come una moviola accellerata davanti ai tuoi occhi e molto di più. Non puoi non ricordare anche i terribili momenti vissuti dalle stesse persone, poco prima eccitate da risultati agognati ora coinvolte nel terribile massacro degli atleti israeliani per mano di un gruppo terroristico palestinese. Allora ti fermi e pensi. Rivivi l'atmosfera tenebrosa, dell'angosciante cerimonia di chiusura dei XX Giochi Olimpici organizzata l'11 Settembre 1972. Voi credete alle coincidenze?
La giornata al maschile non è finita. Abbiamo tenuto una ciliegina, l'Allianz Arena, futuristica dimora della squadra più titolata della Germania, il Bayern Monaco.





Lo stadio si trova nella periferia nord di Monaco in mezzo al nulla. Ha la forma di un'astronave atterrata per caso in cerca di risposte. Da lontano hai la sensazione che sia morbida, gonfiabile, insomma un permaflex e se la vedi di sera, al buio, può stupirti ancor di più. Abbiamo girato attorno, siamo saliti nell'area ristoro dove, tanto per non smentirci abbiamo gradito un wurstel con birra poi abbiamo tentato di entrare. Impossibile! Se non hai prenotato con anticipo, puoi visitare il Museo ma non entrare allo stadio e non esiste nessuna finestrella fugace che ti permetta di dare una sbirciatina dentro. Quindi un pò delusi ma neanche tanto, abbiamo approfittato dello shop e siamo rientrati in città. Fine della giornata maschio.
Durante il mio vagare per la città sono rimasta colpita dalla miriade di negozi pieni di oggetti pratici e utili per alleviare o migliorare le piccole azioni quotidiane come Magazin ad esempio ma sono rimasta altrettanto colpita dai parchi, immensi e verdissimi. 
Giardino Inglese


Olympiapark
Il Giardino Inglese e il Parco Olimpico sono delle vere oasi naturali dove su dolci colline puoi trovare simpatici animaletti che ti inseguono zompettando ma non si può dire lo stesso per alcune aree giardino del centro, rinsecchite e trascurate a parte l'Hofgarten che non a caso è ispirato allo stile del giardino rinascimentale italiano, con al centro il bellissimo Tempio di Diana parte della Residenza di Massimiliano I.Infine ho tenuto la vera perla di Monaco. 
Il surf.
Tu puoi pensare che i giovani, avendo a disposizione così tanto spazio verde, si diano all'ippica, al golf, al calcio ma ti sbagli. Qui è molto più cool camminare per il centro con ciabattine, muta e tavola da surf sottobraccio.


L'Eisbach, il piccolo torrente artificiale della città, scorre attraverso il Giardino Inglese e lungo il suo corso ad un certo punto forma un'onda statica alta circa un metro. Qui dal 1972 si pratica surf fluviale. Prima in maniera clandestina mentre dal 2010 con ufficiale permesso delle autorità.
Se passeggi sulla Prinzeregentenstrasse all'altezza del Museo Haus der Kunst non puoi non essere attratto da una folla di gente curiosa che si sporge da un ponte di pietra. Non capisci subito cosa stia succedendo. Qualcuno si è buttato, c'è una gara di pescatori poi ti affacci anche tu e cosa fai? Spalanchi gli occhi e ridi. Niente più Lederhosen, pantaloni in cuoio, niente più pinte di birra in mano, la Monaco contemporanea parla a ritmo di cool-surf. Roba da non credere e tanto per chiarire.....io non credo alle coincidenze!

INTERVISTA A UNA GIOVANE BALLERINA
D. Cosa hai pensato appena arrivata alla Ballett Akademie di Monaco di Baviera? Ti sei sentita a tuo agio in un ambiente così importante per la danza o fuori luogo?
R. La prima cosa che ho pensato appena messo piede nell'enorme sala è stata che non volevo più andarmene. Non mi sono mai sentita fuori luogo perchè in quel momento non c'era altro posto dove volessi stare.
D. Pensi mai ai sacrifici per realizzare il tuo sogno?
R. Sì sempre. So che la strada che voglio intraprendere è tra le più difficili riguardo ai sacrifici ma non riesco ad immaginare un mondo nel quale io non ballo.
D. So che hai avuto un momento di crisi questa estate nel quale hai messo tutto in discussione? Come l'hai superato?
R. Il mio momento di crisi era nato dal fatto che non ero libera di vedere la mia amica da molto tempo perchè sempre impegnata con lezioni, prove o spettacoli. Poi sono andata qualche giorno in vacanza con lei e al ritorno ho cominciato a pensare come fosse vivere una vita adolescenziale normale ovvero uscendo con gli amici e potendo mangiare senza limitazioni da ballerine. Poi sono venuta qui allo stage e tornando a ballare ho subito capito che non avrei mai potuto stare bene con me stessa se avessi smesso di danzare.
D. Quindi, sintetizza in poche parole, l'esperienza di Monaco?
R. Grazie a questo stage ho capito l'importanza del mio lavoro e ho imparato tanto. Dalle piccole cose ovvero come farsi una crocchia perfetta in pochi minuti oppure come riuscire a fare in modo perfetto una doppia piroette. Ovviamente lo ripeterei altre mille volte senza mai stancarmene.
D. Com'è stato il confronto con le altre giovani ballerine del tuo corso?
R. Mi ha spronato a dare sempre il meglio di me in tutte le lezioni e da alcune ho imparato alcuni importanti atteggiamenti ai quali io non davo peso da tenere mentre balli perchè anche l'immagine conta come apparire sempre un passo avanti alle altre.
D. Consiglieresti questa esperienza alle tue colleghe?
R. Lo consiglio vivamente a tutte quelle che desiderano ballare sul serio, come me.







Commenti

  1. Bella esposizione della Monaco "Bavarese" e di quella "naturl-artistico.sportiva". Mi sono divertito nel leggere poi l'intervista alla "pre-ballerina", perchè in famiglia, ballerine amatoriali con passione ne ho conosciute almeno tre o quattro.
    Il mio augurio più sincero ad Allegra è che i tanti sacrifici si risolvano in altrettanti successi. In bocca al lupo.

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  2. Grazie Ugo e soprattutto grazie per seguire sempre con tanta attenzione tutti i miei racconti :)

    RispondiElimina

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