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L'ESTATE DELLA CONSAPEVOLEZZA: ancora 44 giorni di rinnovate conferme


GIORNO 16: #ilpossessononesiste

Credo di aver già trattato questo argomento perchè mi è molto caro in quanto controtendenza con l'opinione pubblica.
Sono fermamente convinta che il possesso sia un'illusione al pari di un'elucubrazione mentale che ci autoinfliggiamo. Preferisco rinominare la parola possesso con custodia temporanea. La vignetta è abbastanza esplicativa del mio credo, in aggiunta però vorrei esprimere ancora qualche concetto.
Non sei uno sceicco, ne un politico, ne principe o ricco possidente, sei una persona normale che lavora per vivere e far vivere in maniera dignitosa la propria famiglia. Compri una casa, un cubo di mura da ritinteggiare ogni anno, un manipolo di mattonelle da calpestare e proteggere, chilometri di fili elettrici che rispondono ad una normativa mai aggiornata, un collegamento rigorosamente al gas metano per proteggere l'ambiente, fai un mutuo per 40 anni :( , paghi IVA, imposta di registro, imposta ipotecaria, imposta catastale, IMU, TARI, TASI, IUC Flic e Floc, poi la devi arredare e ti leghi a doppia mandata a quel posto, a quell'agglomerato di cemento e mattoni, a quella visione del tuo panorama quotidiano. Però a 70 anni finalmente potrai dire questo è mio. Muori e non potendo traslare nell'aldilà con i tuoi bollettini dell'Enel a dimostrazione del fatto che il bene è tuo, lasci sulla terra ai posteri l'illusione del possesso. I posteri, ovvero i figli, si ritrovano a dover pagare le tasse di successione per avere qualcosa che è stato ampiamente retribuito dal padre e che non bramano in quanto la loro vita è altrove e doversi accollare altre tasse fittizie non rientra nei loro piani. Quindi .....la vendono. Tutto il sacrificio di una vita di rinunce o limitazioni di una famiglia per possedere un tetto è vanificata con la firma di un semplice foglio di carta a titolo "Atto di vendita Immobile". Fine del sogno.
A questo punto i possidenti ribattono: "sì però almeno hai un valore che lasci ai figli".
Il mio pensiero mi porta a fare questa riflessione: più che valore che lasci ai figli io parlerei di responsabilità non condivisa. Tu genitore, rinunci a molto per lasciare qualcosa ai tuoi figli, ovvero non vivi la tua vita assecondando le tue emozioni, i tuoi desideri, la voglia di condividere momenti alternativi, passioni, piaceri, per lasciare questa alternativa ai tuoi figli. Perchè? E la responsabilità che hai verso te stesso che fine ha fatto?
Per di più chi ti assicura che i tuoi figli abbiano i tuoi stessi desideri, vogliano possedere ciò che tu hai deciso debbano possedere, proprio lì, in quel posto.
Ovviamente ho evidenziato il bene più prezioso per noi italiani ma il concetto è trasferibile a qualunque cosa si creda di possedere.
La vita offre tante occasioni, tante opportunità per cambiare, trasformarsi, evolvere, gioire, piangere, correre, tuffarsi, vedere, senza doversi accollare tributi statici per un'entità superiore (Lo Stato) che non ha rispetto che per i suoi simili.
Preferisco pensare di essere temporaneamente possessore di tutto ciò che mi circonda. Pago per ciò che possiedo in quel momento preciso, un gelato di cui godo immediatamente, un viaggio che entrerà di diritto nella sfera dei ricordi magici, una macchina fotografica che mi permette di esprimere il mio punto di vista sulla vita e lasciare quel ricordo, senza onere, ai figli dei miei figli.
Strana, diversa, atipica, divergente?
Sì. Felicemente :))

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